A GENOVA CHI SCAVA TROVA…

Genova fu definita dal poeta Caproni “Città verticale” in una delle sue bellissime poesie, mai definizione fu più appropriata, infatti la città, stretta tra il mare e le montagne che le fanno corona, si sviluppò verticalmente, nel senso che la mancanza di spazio utile fece si che le case vennero realizzate, il più delle volte, in altezza piuttosto che in larghezza sopra i resti delle costruzioni precedenti che venivano interrate; recentemente ne abbiamo avuto un eclatante esempio quando venne rimossa la pavimentazione dell’edificio della cosiddetta Loggia dei Mercanti o della Mercanzia sotto la quale é stata rinvenuta un importante testimonianza della città medioevale e che probabilmente cela a sua volta la città romana che in quell’area aveva i suoi monumenti più rappresentativi. I Genovesi scoprirono la città antica nel 1898 durante i lavori di scavo e successiva costruzione della via XX Settembre, Piazza De Ferrari e via Dante, ceramiche greche ed etrusche vennero ritrovate sotterrate temporibus illis in tombe di ricchi genovesi come corredo funebre, come per esempio quella mostrata nella foto ritrovata durante gli scavi del 1946 nella chiesa di santo Stefano in una tomba, si tratta d’un cratere a calice a figure rosse, reperto greco risalente al 375 avanti Cristo, durante i banchetti, in questa tipologia di vasi biansati, veniva mescolato il vino con acqua e servito ai commensali. La scena principale rappresenta il dio Dioniso ( Il Bacco dei romani ) con diverse figure poste tutte intorno a lui disposte su piani diversi tra cui un genio alato che incorona il dio con una ghirlanda, la sua sposa Arianna ed altri personaggi dei miti dell’Ellade, vaso che potrete ammirare visitando il Museo di archeologia ligure di Pegli.

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