1684 SU GENOVA PIOVONO BOMBE

bomba francese

Nel mese di maggio 1684 il re di Francia Luigi XIV, ritenendosi offeso dai genovesi che erano alleati ed amici della corona spagnola, inviò una flotta da guerra di 160 navi che con 752 cannoni bombardarono Genova sino a che non esaurirono le munizioni. I francesi, per la verità, tentarono anche uno sbarco che però fallì miseramente. In quell’ occasione fu distrutta la casa dei Colombo in Vico Dritto Ponticello e tante altre chiese e monumenti. Per la prima volta i genovesi conobbero gli effetti devastanti dei cannoni da mortaio, una di queste bombe, rinvenuta sotto le acque portuali, è esposta nel Palazzo di San Giorgio.

VAN CLEVE A GENOVA

Joos Van Cleve

Nella chiesa di San Donato, nel centro storico di Genova, c’ è una cappella nella quale si può ammirare un trittico del pittore fiammingo Joos Van Der Beke detto Van Cleve forse per il paese d’ origine, al centro della scena un’ adorazione dei Magi sovrastata da una crocefissione sulla cimasa, a sinistra il committente Stefano Raggi con Santo Stefano suo protettore ed a destra Maria Maddalena protettrice della sua moglie defunta Maria Giustiniani, il dipinto fu realizzato nel secondo o terzo decennio del XVI secolo.

UN ALTARE EX VOTO CONTRO LA PESTE

altare di san Pietro

Nel centro storico di Genova, in piazza Banchi, c’è la chiesa di San Pietro in Banchi, nella navata sinistra si trova l’ altare dell’ Immacolata, con al centro la pala dell’ Immacolata di A. Semino datata 1588 e nelle nicchie statue dei Santi Giovanni Battista, Sebastiano, Rocco e Giorgio in marmo bianco di Carrara, degli scultori Taddeo Carlone e D. Casella databili all’ inizio del XVII secolo. I Genovesi vollero erigere questo altare per ringraziare i santi protettori della città di aver fatto  cessare la pestilenza, che nel 1578 aveva decimato la popolazione.

GENOVA ERA UNA RAGAZZA BRUNA

genova-giovi

…Genova  era una ragazza bruna/collezionista di stupore e noia/

Genova apriva le sue labbra scure/al soffio caldo della macaia/

e adesso se ti penso io muoio un po’/se penso a te che non ti arrendi/

ragazza silenziosa dagli occhi duri/amica che mi perdi/

adesso abbiamo fatto tardi/adesso forse è troppo tardi….

( da ” Notti di Genova ” di Cristiano De André )

UN COLOMBO GIOVINETTO

colombo giovinetto

“Al sole che tramontava nell’ infinito mare

chiedeva Colombo giovinetto ancora

a quali altre terre a quali altri popoli

andava a portare i suoi mattutini albori.”

Così è scritto sulla base della statua di Cristoforo Colombo bambino, realizzata dallo scultore romano Giulio Monteverde nel 1872 per il capitano Enrico De Albertis che la fece porre nella loggia della torre del suo castello.

GENOVA ODALISCA

GENOVA ODALISCA

Sopra le mura cinquecentesche di monte Galletto, il capitano Enrico De Albertis si fece costruire un castello in stile medioevale nel 1886, ora museo delle culture del mondo. Un cronista del supplemento del giornale ” Il Caffaro ” scrisse nel 1892 : “.. Dalla torre maggiore si scorge Genova tutta, affascinante come un’ odalisca addormentata “.

PAOLO GEROLAMO PIOLA A SANTA MARTA

A Genova, nella centralissima Piazza Corvetto c’ é, leggermente defilata, la splendida chiesa di Santa Marta, ai lati dell’ altar maggiore vi sono due affreschi del pittore Paolo Gerolamo Piola ( genova 1666-1724 ) che realizzò nella sua piena maturità artistica dopo aver lavorato a Roma nella bottega del Maratta. Quello illustrato nella foto é Cristo in casa di Marta e Maria.

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SELENE ED ENDIMIONE IN CASA DEL PRINCIPE

sarcofago romanoIII sec. d.c. mito di Selene ed Endimione

Nell’ atrio della villa del Principe Doria a Fassolo ( Genova ) viene custodito un sarcofago romano del III secolo dopo Cristo,il bassorillievo in marmo narra il mito di Selene ed Endimione.

Selene, dea della Luna,s’ innamorò perdutamente d’ un bel principe di nome Endimione e fu da lui contraccambiata, purtroppo, essendo un mortale Endimione era destinato a morire, così Selene implorò Zeus, il re degli dei, perché gli donasse la vita eterna, però si dimenticò di chiedere per lui anche l’ eterna giovinezza. Zeus, che era un mattacchione, l’ accontentò ed Endimione fu condannato a vivere per sempre, ma in orrida vecchiezza, allora Selene, per salvarlo, lo addormentò in una caverna sul monte Latmo, dove ancora oggi il principe addormentato é eternamente giovane e bello.

MISS. BELL

MISS BELL

Nelle raccolte Frugone, conservate nel museo di villa Grimaldi Fassio che si trova negli splendidi parchi di Nervi presso Genova, si può ammirare questo dipinto di Giovanni Boldini realizzato nel 1903, é il ritratto  di miss Bell,  una attrice della Commedie Francaise, fu acquistato da Luigi Frugone nel 1926 per la somma allora astronomica di 130.000 lire.

IL BACIO DELLE COLOMBE

arte romana III secolo tomba degli sposi

A Genova, all’ interno dell’ antica chiesa di Santa Maria di Castello si trovano diversi reperti d’ epoca romana ed anche alcuni oggetti preesistenti alla fondazione di questo tempio, come per esempio questa lunetta marmorea con due colombe che si baciano risalente all’ anno 1000 forse riferibile alla stele funeraria di due sposi.

UN’ ANTICA ABBAZIA DI FRONTE AL MARE

convento di s. Giuliano

…m’ accolga l’ antica abazia;

é ricca di luci e di suoni,

mi piacciono i frati son buoni

pel cuore in malinconia.

Son buoni,”non credi?” che importa

rilassati un poco tra i banchi

su,entra, su varca la porta,

si accettano tutti gli stanchi…

Così il poeta Guido Gozzano scriveva nel 1907 dell’ abbazia di San Giuliano. Nel signorile quartiere di Albaro a Genova, adiacente a Corso Italia che costeggia il mare dalla foce del torrente Bisagno sino al borgo di  Boccadasse, si trova questo complesso abbaziale composto da una chiesa, un convento ed un piccolo chiostro, fondato dai frati francescani nel 1240 in stile romanico gotico, presto, si spera…, dovrebbe diventare la sede del gabinetto di restauro della Soprintendenza e del nucleo dei carabinieri per la protezione del Patrimonio artistico.

LA CHIESA DEL GESU’

Chiesa del Gesù

Sorta per volontà di Marcello Pallavicino tra la fine del 500 e l’ inizio del 600, la chiesa detta del Gesù, intitolata ai Santi Ambrogio e Andrea, sorge là dove era la primitiva chiesa di Sant’ Ambrogio sede dei vescovi di Milano fuggiti dalla loro città a seguito dell’ invasione Longobarda. Il tempio fu edificato dal gesuita Giuseppe Valerani vicino al palazzo Ducale, al suo interno vi sono conservati grandi capolavori della pittura , tra cui due Rubens, un Guido Reni ed una pala di Simon Vouet il grande caravaggista francese.

UN CAPOLAVORO DI RUBENS

rubens circoncisione

La pala dell’ altar maggiore della chiesa del Gesù di Genova fu commissionata a Pietro Paolo Rubens nel 1605. Questo grande dipinto influenzò la pittura genovese creando una nuova generazione di artisti che iniziarono la splendida stagione barocca. L’ accentuato carattere dinamico della composizione é dato dalla presenza di elementi curvilinei, da notare l’ atteggiamento della Madonna che, di fronte al primo sangue versato dal figlio, volge il capo e chiude gli occhi sgomenta, una mossa assolutamente naturale, ben lontana dagli stilemi manieristici dei pittori tardo cinquecenteschi.

UN GIOIELLO NEL CENTRO STORICO DI GENOVA

palazzo Spinola di Pellicceria

Per quelli che non si accontentano di vedere il bello e desiderano il meraviglioso, consiglierei una visita alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria. Defilata rispetto al percorso museale tradizionale proposto ai frettolosi croceristi che fanno tappa a Genova ed indicato malissimo da cartelli e segnaletica, per usare un eufemismo ” impropria ” rimane vicino alla chiesa di San Luca nell’ omonimo vicolo. Qui avrete la sensazione che il tempo si sia fermato e di rivivere all’ epoca in cui la grandeur delle famiglie genovesi era famosa in tutta Europa.

BOCCADASSE

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Sono molte le ipotesi circa l’ origine del nome dell’ antico borgo marinaro di Boccadasse, una sarebbe quella che lo fa derivare dalla forma della piccola baia ” bocca d’ ase ” in genovese significa bocca d’ asino, un’ altra, a mio avviso più valida, é quella che lì sfociava il torrente di nome  Asse. La bellezza del luogo é anche dovuta al fatto che é un borgo vivo, dove alcuni pescatori continuano la loro antica attività. Con le sue creuze ( vicoli ) e la sua spiaggetta é uno dei posti più caratteristici di Genova.

UN BACCHINO DELIZIOSO

domenico piola

A Genova, nel Museo dell’ Accademia Ligustica di Belle Arti in Piazza De Ferrari, sono rappresentati tutti i maggiori maestri della scuola pittorica genovese. Uno dei più rappresentativi pittori della Genova barocca fu senza dubbio Domenico Piola ( Genova 1628 – 1703) che con i figli ed i suoi seguaci dominò incondizionatamente il panorama artistico genovese per un quarto di secolo.

Il dipinto mostrato nella foto rappresenta un dio Bacco bambino completamente ebbro circondato da satirelli.

UN LEONE FATTO PRIGIONIERO

palazzo giustiniani

A Genova nel prospetto del cinquecentesco Palazzo di Marcantonio Giustiniani é inserito un bassorillievo in marmo con un leone di San Marco. In origine il leone si trovava a Pola in Istria, fu preso dai genovesi nel 1380 dopo che la Repubblica di Venezia fu sconfitta nella guerra di Chioggia. Se le Repubbliche Marinare Italiane, invece di guerreggiare l’ una contro l’ altra, si fossero alleate, sarebbero diventate incontrastate padrone del Mediterraneo.

DA PALAZZO NOBILIARE A BANCA

doich bank 2

Nell’ antico palazzo di Angelo, Giovanni e Giulio Spinola nella via Garibaldi di Genova, ora di proprietà della Deutsche Bank, l’ atrio é decorato con affreschi realizzati tra il 1592 ed il 1594 da Marcantonio, Aurelio e Felice Calvi, al centro del riquadro ottagonale posto sul soffitto è rappresentata la battaglia dell’ esercito genovese condotto da Gherardo Spinola contro i fiorentini.

STORIA DELLA BANDIERA DI SAN GIORGIO

Il vessillo di Genova , croce rossa in campo bianco, ha un’ origine molto antica, pare che insieme al culto di San Giorgio sia stato portato a Genova dai soldati di Bisanzio quando furono stanziali in città prima dell’ anno 1000. Sicuramente attestato nel XI secolo, gli inglesi nel 1190 pagarono l’ uso della bandiera crociata con un tributo annuale al Doge di Genova, facendo ciò, godevano della protezione delle galee genovesi nel Mediterraneo contro gli attacchi dei pirati barbareschi.

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Questo bozzetto  visibile nel palazzo Reale di Genova, é un dipinto di Giovanni David che rappresenta la battaglia della Meloria, l’ opera definitiva fu realizzata dall’ artista  per il lunettone della sala del Maggior Consiglio del palazzo Ducale di Genova.

LA CASA DI LAMBA DORIA

palazzo Lamba Doria

posto di fronte alla chiesa di San Matteo nella piazza omonima, c’ é a Genova il palazzo di Lamba Doria che fu costruito a metà del 200 in stile gotico. Il palazzo fu donato al Doria nel 1298 dalla Serenissima Repubblica di Genova come riconoscimento del suo valore di condottiero per aver riportato la vittoria nella battaglia della Curzola contro i Veneziani.

UNA SANTA CATERINA DIMENTICATA

Guglielmo della Porta Santa Caterina d' Alessandria accademia Ligustica

Nell’ Accademia Ligustica di Belle Arti fondata a Genova nel 1751, vi sono diverse rampe di scale che consentono l’ accesso alle aule poste nei piani superiori, nella nicchia posta alla sommità della prima rampa, ignorata dai più, vi é una statua in marmo che rappresenta Santa Caterina d’ Alessandria opera di Guglielmo Della Porta ( 1510 c. – 1577 ) e della sua bottega, la statua, originariamente, era posta sulla sommità della porta dell’ Acquasola distrutta nel quarto decennio del XIX secolo per la costruzione di piazza Corvetto.

LA FONTANA DEL TRITONE

fontana del tritone

Negli splendidi giardini rinascimentali voluti da Andrea Doria per la sua villa a Fassolo ( Genova ), lì dove l’ imperatore Carlo V soggiornò nel 1553, furono collocate diverse fontane, una di queste ” La Fontana del Tritone ” fu realizzata dallo scultore fiorentino Angelo Montorsoli ed ancora oggi possiamo vederla nella villa che tutti chiamano ”  Del Principe “.

UN TRITTICO DI PREGIO

madonna della vittoria

La dove era la casa dei canonici della cattedrale di Genova é il museo Diocesano, tra le tante ed interessanti opere esposte vi é questo trittico che originariamente si trovava in una cappella della Cattedrale, fu dipinto da Giovanni Barbagelata noto a Genova prima del 1450 ed attivo in città sino alla prima decade del 1500. Il dipinto rappresenta la Madonna della Vittoria con Pierre d’ Aubusson ed ai lati San Giovanni Battista e San Pantaleone databile al 1503.

PIAZZA LAVAGNA

piazza lavagna

Piazza Lavagna , nel centro storico di Genova, é vicina alla via Luccoli, la strada dello shopping; in virtù del fatto che in uno spazio così limitato ci sono ben tre locali, la sera si anima d’ una movida di persone sugli …anta che hanno il piacere di scambiare due parole, bere un buon coctail e perché no? se piacciono… degustare ostriche in santa pace. La piazza prende il nome da una nobile famiglia genovese.

UN SOFFITTO SPETTACOLARE

atrio perin del vaga

Nell’ atrio della Villa del Principe Andrea Doria a Fassolo (Genova) le pareti hanno murati dei bassorillievi dello scultore fiorentino Montorsoli che originariamente erano posti nella chiesa gentilizia dei Doria, mentre i soffitti furono dipinti a fresco da Pietro Bonaccorsi detto Perin Del Vaga nel 1530 con scene allegoriche che alludono alla cacciata dei francesi da Genova compiuta dal Doria nel 1528.

UNO SPLENDIDO AGOSTO

arazzo del mese di agosto

Nella villa del Principe Doria a Fassolo ( Genova ), in una sala dedicata, vi sono tre dei 12 arazzi dei mesi tessuti a Bruxelles verso il 1525. Tutti i teleri rappresentano un elemento centrale circolare, nella foto é rappresentato Agosto, al centro é raffigurato il segno zodiacale della Vergine, rappresentata come una regina di rosso vestita, nella parte superiore al centro Cerere la dea dei raccolti, sopra scene di vita campestre, sulla sinistra un uomo batte il grano per separarlo dalla pula, vicino a lui stanno due donne con i propri figli simbolo di fertilità, a destra un uomo sorregge una cesta  piena di chicchi di granoturco  simbolo d’ abbondanza.

UNA MADONNA PREZIOSA

Nell’ ultimo quarto del XVII secolo,  Pierre Puget da Marsiglia scolpì nel marmo questa Madonna con il Bambino Gesù, oggi esposta nel museo della scultura e dell’ arte medioevale di Sant’ Agostino in Piazza Sarzano, la precedente collocazione fu nella cappella del palazzo Carrega Cataldi, oggi sede della Camera di Commercio di Genova, dove é stata messa una copia dell’ originale in gesso.

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I PORTICI SOTTO LA RIVA DEL MARE

portici di sottoripa

Alle spalle di Palazzo San Giorgio in via Frate Oliverio, vi sono gli antichi portici di Sottoripa progettati  nel XII secolo dal frate cistercense che dà il nome alla via. Sono i portici più antichi d’ Italia, il sito venne chiamato Sottoripa  perché le fondazioni dei palazzi si trovano sotto il livello del mare, e quindi ” sotto la riva ” ed il mare una volta arrivava a lambire i portici. L’ area fu costruita per creare gli spazi necessari per favorire i commerci portuali, oltre che botteghe artigiane e negozi ospitava i ” Fondachi ” una sorta di magazzini dove venivano stipate le merci sbarcate dalle navi o in attesa d’ essere spedite oltremare, oggi vi sono ancora botteghe e trattorie tipiche.

LA PORTA DI SANT’ ANDREA

porta Soprana

La Porta di Sant’ Andrea fu chiamata anche Soprana o Superiore perché si trova sulla sommità dell’ omonimo colle, consentiva l’ accesso alla città medioevale da levante. Nel medio evo, per un certo periodo, venivano qui appese gabbie di ferro con dentro le teste dei condannati a morte, come monito per la popolazione, usanza che venne sospesa per il puzzo terrificante che emanavano quella specie di macabri trofei.

VALERIO, UN PITTORE DA “RITORNO AL FUTURO”

valerio castello

A Genova, nel museo dell’ Accademia Ligustica Di Belle Arti in Piazza De Ferrari, si può ammirare questo dipinto del pittore genovese Valerio Castello ( Genova 1624 – 1659 ) morto all’ età di soli 35 anni, ucciso dalla pestilenza che nella metà del XVII secolo fece più di 92.000 vittime in città. Nonostante la giovane età, Valerio riuscì ad imporsi come il precursore dello stile barocco a Genova, superando il tardo manierismo che imperante con una pittura che, prescindendo dalla correttezza del disegno, reinventava lo spazio con una pennellata sciolta e dinamica. Nella foto la Sacra Famiglia con San Giovannino ed un agnello.

CASACCE

portatori di Cristi

Dal XVII secolo le processioni religiose a Genova diventarono occasione per un grande spettacolo, sin dalla prima metà del 600 il fasto contraddistinse gli apparati processionali delle diverse confraternite. le cosiddette ” Casacce “. La Franchini Guelfi nel suo libro ” Casacce ” scrive: ” …con l’ esecuzione dei primi Cristi monumentali come il Moro delle Fucine, i portatori di crocifissi assumono inoltre un ruolo di primo piano nello svolgersi dello spettacolo processionale, le loro prestazioni sono d’ ora in poi caratterizzate da esibizioni di forza fisica e di equilibrismo che caratterizzarono gli antagonismi tra Casaccia e Casaccia e tra quartieri e quartieri … ” e che talvolta degenerarono in vere e proprie risse da strada.

L’ ANTICO QUARTIERE DI PICCAPIETRA NON C’ E’ PIU’

balilla 2

… Creddeime poche votte ho ciento gente no m’ emoscionn-o troppo facilmente ma quando ho visto cazze a picconae a stansa dove gh’é nasciuo mae moae me se affermou qurcosa propio chi ho ciento e ho pregou cosci: Piccon dagghe cianin son tutti corpi daeti in scio mae cheu se propio fane a meno ti no peu piccon dagghe cianin…

( da ” Piccon dagghe cianin ” di De Santis e Pesce )

Traduzione per i foresti ( forestieri )

…Credetemi gente poche volte ho pianto non mi emoziono troppo facilmente ma quando ho visto cadere a picconate la stanza dove vi nacque mia madre mi si é fermato qualcosa proprio qui ho pianto ed ho pregato così: piccone dacci piano sono tutti colpi dati sul mio cuore se proprio non ne puoi fare a meno piccone dacci piano…

A Genova l’ antico quartiere di Piccapietra non esiste più, ora ci sono moderne palazzate che circondano il monumento di Giovanni Battista Perasso detto ” Balilla ” che nel 1746 ebbe il coraggio di ribellarsi e di tirare un sasso contro i soldati austriaci che avevano occupato la città, dando il via ad un’ insurrezione che avrebbe portato alla sua liberazione.

DUE PREZIOSE TORCERE NELLA VILLA DEI DORIA

filippo parodi

Nella Galleria Aurea della Villa del Principe Doria a Fassolo                  (Genova), ci sono due torcere in legno intagliato e scolpito parzialmente dorate a zecchino di Filippo Parodi, scultore genovese discepolo del Bernini. Le torcere furono realizzate dall’ artista in occasione del matrimonio Doria – Pamphilj nel 1671, rappresentano un tritone sopra uno scoglio che sorregge un’ aquila coronata simbolo araldico della famiglia Doria.

UN FORTE PER GLI SHOW ESTIVI

forte sperone

Sulla sommità del monte Peralto, alle spalle di Genova, fu costruito Forte Sperone lì dove si incontrano le mura difensive della Val Polcevera con quelle della Val Bisagno erette nel 1600 a protezione della città. La presenza d’ una fortificazione in loco risale al XIV secolo, ma il forte attuale fu costruito nella prima metà del 1700. Oggi questo luogo é usato per l’ organizzazione di spettacoli teatrali e manifestazioni culturali nel periodo estivo.

L’ INDIMENTICABILE CAPPELLETTA DI PALAZZO SPINOLA

PSP anton maria piola

Tutti i palazzi nobiliari genovesi avevano un ” Pregadio ”  cioé una cappelletta destinata alla devozione privata dei nobili che vi abitavano, questi luoghi di culto, a volte mascherati da armadi o boiserie, alcune volte sono veri e propri gioielli come per esempio quello di Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria, impreziosito da un dipinto di Anton Maria Piola ( Genova 1654 – 1715 ) che raffigura in un ovale la Madonna con il Bambino Gesù e San Giovannino, l’ altarino é in marmo fior di pesco.

ALLE VIGNE LE VIGNE NON CI SONO PIU’!

chiostro vigne

Il chiostro della chiesa genovese di Santa Maria delle Vigne  prende il nome dal fatto che nel medio evo qui era fiorente la coltivazione dell’ uva, la costruzione risale alla prima metà del XI secolo ed  é articolata su due piani attorno ad un cortile  quadrangolare sul quale si affacciavano le case dei canonici, pur essendo stato modificato nel corso di tanti secoli, ha mantenuto la struttura originaria dello stile romanico arcaico.

BARTOLOMEO GUIDOBONO UN GRANDE INTERPRETE DELLA PITTURA BAROCCA

Lot e le sue figlie

Nato a Savona nel 1657, Bartolomeo Guidobono iniziò la sua carriera artistica decorando maioliche come suo padre Giovanni Antonio che, pur essendo pittore dovette adattarsi a fare il decoratore per ragioni economiche. Il genio di Bartolomeo, tuttavia, riuscì a creargli una committenza privata, dato che quella pubblica era a quel tempo spartita tra le grandi botteghe dei Piola e dei Carlone, questo gli consentì di passare dal decorare le ceramiche ai dipinti da cavalletto, come quello che si può ammirare in palazzo Rosso a Genova rappresentante ” Lot e le sue figlie “. L’ iconografia del dipinto é mediata dall’ Antico Testamento: ..dopo la distruzione delle città di Sodoma e Gomorra, le figlie di Lot, credendo d’ essere con loro padre i soli esseri umani viventi, ubriacarono il genitore e si congiunsero con lui per dare una possibilità di sopravvivenza agli uomini.

Il dipinto é più allusivo a qualcosa che accadrà che descrittivo, dando al fruitore un’ atmosfera di suspence. L’ opera pittorica da anche occasione all’ artista per realizzare un brano di spettacolare natura morta.

LA CASA DI COLOMBO? PARLIAMONE….

casa di Colombo

Nel XIX secolo Marcello Staglieno stabilì che il relitto di casa posta sotto la maestosa Porta Soprana in Vico Dritto Ponticello fu quella dove dimorò Domenico Colombo e suo figlio Cristoforo scopritore delle Americhe dal 1455 al 1470, in realtà la casa dei Colombo fu quasi completamente distrutta dal bombardamento navale della flotta del re Sole nel 1684 e pare fosse una casa a più piani fuori terra, quella che viene mostrata oggi ai turisti é una rozza ricostruzione del XVIII secolo.

UN FONDO ORO PREZIOSO

A Genova nella Galleria Nazionale di Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria viene conservato questo dipinto su tavola a fondo oro del pittore Barnaba da Modena documentato a Genova dal 1361 al 1386, l’ opera pittorica rappresenta Santa Caterina D’ Alessandria assisa in trono, la figura della santa giganteggia su quella dei devoti posti in basso a sinistra e destra dei suoi piedi. Santa Caterina ha tra le mani la ruota che mai manca nella sua iconografia e la palma del martirio.

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PIAZZA BANCHI

piazza banchi

Vicinissima al Porto Antico di Genova é Piazza Banchi circondata dalla Loggia della Mercanzia, una delle borse merci più antiche d’ Italia e dalla chiesa di San Pietro in Banchi, qui vicino era collocata la Porta di San Pietro che consentiva l’ ingresso nella città medioevale  dalle mura erette nel IX secolo oggi non più esistenti, sulla piazza non ci sono più i banchi dei cambiavalute che esercitavano la loro professione all’ aperto e che diedero il nome a questo luogo, ma chioschi di venditori di fiori, libri e DVD.

UN PALAZZO PER UN AMMIRAGLIO

palazzo  Doria Spinola

Il palazzo Doria Spinola, da molti anni sede della Prefettura di Genova, fu costruito per l’ ammiraglio Antonio Doria nel quinto decennio del 1500, l’ edificio sorgeva vicino alla porta dell’ Acquasola, demolita insieme alle mura cinquecentesche quando fu costruita piazza Corvetto, la facciata fu affrescata dai fratelli Calvi alla fine del XVI secolo con dipinti celebrativi dei fasti e delle gesta eroiche dei Genovesi ed in particolare della famiglia committente.

UN ALTARE SPLENDIDO

L’ Altar Maggiore della chiesa di San Siro fu realizzato da Pierre Puget in marmo nero del promontorio della Lanterna e bronzo dorato tra il 1662 ed il 1670. L’ altare, sagomato a “sarcofago ” fu concepito per esser visto sui quattro lati, negli spigoli sono posti i simboli dei quattro evangelisti. Un capolavoro della scultura barocca a Genova.altar maggiore

IL BIGO E LE GIRANDOLE

Nel Porto Antico di Genova progettato da Renzo Piano, c’ é una struttura che ha caratterizzato nel tempo l’ intera area: ” Il Bigo” e ” Le Girandole” che ruotano continuamente mosse dal vento, forse emblematiche del nostro tempo dove i valori diventano disvalori e le passioni cambiano come cambia la moda. bigo