Mi rivolgo ai miei 4 lettori per raccontarvi qualcosa di me, mi chiamo Mauro Silvio Burlando ed ho creato questa pagina in un momento molto particolare della mia vita, ma cominciamo da principio, sono un mercante d’arte antica ed avevo una piccola galleria antiquaria a Genova in via Roma al numero 55R, come gran parte dei genovesi, pur vivendo in una città meravigliosa, non me ne rendevo conto, sino a quando nel 2015 mi é stato diagnosticato un cancro al colon traverso in stato avanzato che mi lasciava poche probabilità di sopravvivenza, solo allora mi sono accorto di quanto è bella Genova ed ho cominciato a scrivere della mia città come un atto dovuto e riparatorio per tutta l’indifferenza che sino ad allora le avevo riservato, e questo parlare di Genova della sua bellezza e della sua storia mi é servito per superare i momenti bui che ogni malato oncologico deve attraversare. Oggi sono ancora qui ad ammirare i suoi tramonti e a ringraziarvi di seguirmi spero con interesse e simpatia. Cordialmente Mauro Silvio
Era l’anno del Signore 1636, nel giorno 17 ( poi dicono di non essere superstiziosi…. ) del mese di Gennaio un terribile uragano sconvolse la costa di Genova, tremendi marosi si abbatterono sulla nostra città e sui vascelli che cercarono rifugio nelle sue acque protette o presunte tali. Una delle tanti navi che fecero naufragio fu un veliero irlandese di cui nessuno rammenta il nome, la nave venne letteralmente distrutta ed affondata dalla furia del mare in tempesta, solo la sua polena fu rinvenuta il giorno dopo galleggiante in mezzo ad innumerevoli rottami nelle acque tranquille della Darsena. Secondo uno scritto di Lorenzo Zignago la statua lignea fu gettata dalle onde dapprima sul ponte detto dei Chiavarii, poi, nuovamente ghermita dal mare, fu scagliata sul molo vecchio restando miracolosamente incolume, dopodiché fu trascinata nel bacino della Darsena. La statua, rappresentante la Madonna con in braccio il Bambino Gesù, fu acquistata da due marinai che la portarono in un magazzino d’una casa di via Pré di proprietà dei Lomellini, qui avvenne il primo fatto miracoloso, una bambina che abitava con la sua famiglia in un piano alto di quella dimora, cadde dal balcone ed arrivò al suolo illesa, ai numerosi passanti che sentirono le sue urla ed accorsero per darle soccorso disse:” la Signora vestita d’azzurro che sta nel magazzino mi ha preso tra le sue braccia e mi ha deposta incolume a terra “. La notizia del miracolo si diffuse velocemente in tutta la città e la Polena fu portata in solenne processione nella vicina chiesa medioevale di san Vittore, arrivati che furono nel tempio, i portatori si fermarono innanzi alla nicchia che era stata destinata ad accogliere la statua, ma quando si accinsero a sollevarla, questa si sollevò motu proprio collocandosi sul suo piedistallo tra la meraviglia e lo stupore degli astanti. La chiesa di san Vittore non é più esistente, fu demolita nel 1837, ma la Santa Polena é ancora visibile nella chiesa di san Carlo in via Balbi, é là da 223 anni che troneggia dall’altar maggiore riccamente vestita ed incoronata con il nome di ” Regina della Fortuna “, nome per la verità inconsueto per la tradizione cristiana, probabilmente derivante dal fatto che la Statua della Madonna vinse una furiosa tempesta di mare che come sappiamo viene chiamata anche “fortunale”.