
“Per Genova e per San Giorgio!” era il grido di guerra dei soldati genovesi, questo santo venerato a Lydda in Palestina visse tra il III ed il IV secolo dopo Cristo, la leggenda del nobile cavaliere in lotta con il drago per liberare una principessa che era stata offerta in olocausto al mostro, risale al periodo medioevale, mediata dai miti greci; di san Giorgio, per la verità, si sa molto poco, se non che fu un valoroso soldato dell’esercito romano e fu martirizzato nel 303 d. C. sotto l’imperatore Diocleziano, perché, dopo aver donato tutti i suoi averi ai poveri, s’era dichiarato cristiano rifiutandosi d’adorare l’imperatore di Roma. Il culto fu approvato da papa Gelasio alla fine del V secolo diffondendosi in Inghilterra alla fine del VII secolo e poi con le crociate. A Genova la devozione per questo santo fu probabilmente portata dai soldati del generale Belisario nel VI secolo d. C. durante la guerra che l’imperatore Costantino aveva dichiarato ai Goti, la nostra città a quel tempo fu una delle più importanti roccaforti bizantine, ma fu nel 1098, al tempo della prima crociata, quando i soldati genovesi ribaltarono le sorti della guerra in Terra Santa favorendo la presa della città d’Antiochia sino ad allora ritenuta inespugnabile, che la fama di questo santo si diffuse a macchia d’olio, infatti il mito racconta che durante la battaglia contro i saraceni, un valente cavaliere che recava un’insegna bianca con una croce rossa apparve in mezzo ai combattenti e da quel momento le sorti della battaglia si capovolsero a favore dei cristiani, in quel cavaliere dalla forza soprannaturale molti credettero di vedere san Giorgio. Già nel 200 il vescovo di Genova Iacopo da Varagine ( Varazze ) nella sua “Legenda Aurea ” avvertiva i suoi lettori che la vicenda di San Giorgio ed il drago doveva esser interpretata non in senso letterale ma simbolico o allegorico che dir si voglia e cioè la battaglia del Bene che prevale sul Male. La sua immagine é visibile sullo stemma del Comune di Genova ed era anche sul glorioso gonfalone della città una volta custodito nella chiesa di san Giorgio nel centro storico di Genova, Gonfalone che veniva solennemente consegnato all’ammiraglio della flotta genovese prima di salpare contro i nemici, gonfalone che scampò a cento battaglie ma non all’imbecillità ed all’ignoranza di coloro che credettero nella libertà portata da Napoleone alla fine del ‘700, che lo presero e lo bruciarono in piazza.
Nella foto: affresco centrale della facciata di palazzo San Giorgio raffigurante San Giorgio che uccide il drago, realizzato all’inizio del 600 dal pittore Lazzaro Tavarone ( 1556-1640 ) discepolo di Luca Cambiaso e ripristinato nel 1992 dal pittore Raimondo Sirotti.