
Nell’antico quartiere di Sampierdarena e più precisamente nella chiesa di Santa Maria della Cella si trova un altare impreziosito da uno splendido paliotto in commesso di pietre dure, la tecnica del commesso in pietre dure ha origini antichissime, Plinio il vecchio la descrive in un libro della sua Naturalis Historia, scrivendo che fu inventata in Caria ( regione posta ad ovest dell’Anatolia ) e la sua prima applicazione fu nel mausoleo di Alicarnasso risalente al IV secolo avanti Cristo. A Roma, sempre secondo Plinio, questa tecnica fu importata molto più tardi nel primo secolo a. C. e chiamata dai romani ” Opus Sectile ” . Il Commesso in pietre dure venne considerata una delle tecniche più raffinate e prestigiose, sia per i marmi utilizzati che dovevano essere i più rari e preziosi, sia per le difficoltà di realizzazione, dovendosi ridurre i marmi in tessere sottili le cosiddette “crustae ” sagomandole poi con grande precisione in modo che il disegno fosse leggibile come fosse una vera e propria pittura in pietra. La tecnica del commesso in pietre dure fu rilanciata dai Medici di Firenze nel XVI secolo, anche grazie all’istituzione nel 1588 dell’Opificio delle Pietre Dure, i disegni, in questo caso di fiori, sono realizzati utilizzando parti di marmi colorati assemblati gli uni vicino agli altri sino ad ottenere, come detto, risultati simili alla pittura. Il termine ” commesso ” deriva dal latino “committere” ( congiungere ) , originariamente veniva realizzato un cartone da un disegno iniziale, dopodiché i tasselli di marmo venivano tagliati con un filo metallico ed incollati su un supporto in pietra e quindi lucidati. Quello che si trova nella chiesa di Santa Maria della Cella é, a mio avviso, un manufatto fiorentino databile alla fine del XVII secolo. Se non conoscete questo tempio andatelo a vedere, é una vera e propria meraviglia.