Un’ Abbazia per i Cantautori genovesi

Tanti tanti anni or sono, quando la costa di Genova era costellata da scogliere dove le onde del mare si frangevano senza posa, i monaci costruirono un’abbazia che dopo mille anni ancora esiste. L’edificio di culto fu dedicato a san Giuliano, un santo egiziano nativo di Antinoe città della Tebaide, giustiziato per decapitazione durante le persecuzioni ai cristiani fatte durante l’impero di Diocleziano alla fine del terzo secolo dopo Cristo. La costruzione pare risalga al X secolo, ma le prime notizie documentate sono del 1282 quando l’abbazia era abitata da i frati Minori Conventuali, poi nel 1309 il complesso passò ai monaci Cistercensi, nel 1429 subentrarono i Benedettini che restaurarono gli edifici conferendo alla chiesa l’aspetto attuale, nel 1460 arrivarono i monaci della Corvara ed alla fine i Cassinesi, dopo di che nel 1797 arrivò Napoleone con le sue leggi anticlericali, cacciò i monaci e l’abbazia fu adibita a fabbrica di biacca. Quarantacinque anni dopo, Luigi Rolla acquistò l’abbazia che fu affidata ai Certosini e riaperta al culto, ma l’odissea di questa chiesa non finisce qui, nel 1884 subentrarono i Benedettini di Subiaco che se ne andarono nel 1939 alla vigilia della seconda guerra mondiale, da allora gli edifici vennero abbandonati sino a diventare nei primi anni del dopoguerra rifugio per gli homeless. Negli anni ’70 del secolo scorso cominciarono i lavori di restauro da parte del Demanio dello stato ed oggi, dopo decenni di progetti andati in fumo ed iniziative volatizzate nel nulla, si sta parlando di farne il Museo dei Cantautori Genovesi che mi permetto di scrivere con la maiuscola perché la canzone genovese della seconda metà del ‘900 ha lasciato a mio avviso un’impronta importante ed indelebile nella musica leggera italiana.

Post dedicato alla mia amica Giuliana Pellegrino