UNA CASA PER IL PADRE DELLA PATRIA

casa di andrea doria

A Genova, la casa di Andrea Doria in Piazza San Matteo fu eretta nel sesto decennio del XV secolo, fu donata ad Andrea dai genovesi in occasione del fatto che egli fu l’ artefice della liberazione della Repubblica dalla dominazione francese, in quell’ occasione, con un atto ufficiale, gli fu conferito il titolo di Padre e Liberatore della Patria. Peraltro il Doria in questo palazzo mai abitò, preferendo, nei suoi rari momenti di inattività, risiedere nella casa reggia che s’ era fatto costruire a Fassolo, appena fuori dalle mura cittadine, dove aveva anche un approdo privato per le sue galee da combattimento. La casa, chiamiamola di città, mostra elementi architettonici e decorativi nuovi ed antichi ed influenze artistiche  toscane, francesi, venete ed orientali fuse insieme.

LA STATUA DI ” ROMA ETERNA “

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In fondo al Salone della Stazione Marittima di Genova è stata collocata la statua di “Roma Eterna ” che fu scolpita da A. Zanelli ( 1848 – 1942 ) per essere posizionata nel salone di prima classe del transatlantico “Roma ” orgoglio della marineria italiana. La statua fu ritrovata da Francesco Scotto dopo 50 anni di abbandono e di oblio, restaurata e riportata all’ antico splendore dalla Stazione Marittima Porto di Genova con la collaborazione della Rochem Marine s.r.l. Per un’ opera salvata tante sono andate perdute….. aveva ragione Indro Montanelli quando affermava : ” un popolo che ignora il proprio passato, non saprà mai nulla del proprio presente.”

 

UNA CONSOLLE CON UN PIANO GIOIELLO

tavolo da muro

Nel Palazzo di Ridolfo e Gio. Francesco Brignole Sale, da tutti conosciuto con il nome di ” Palazzo Rosso ” posto nella splendida via Garibaldi di Genova già via Nuova, dichiarata patrimonio dell’ umanità dall’ UNESCO, vi sono ancora al suo interno alcuni arredi originali come per esempio il tavolo da muro o consolle che dir si voglia mostrato nella foto, è un mobile in legno intagliato, scolpito e dorato a zecchino realizzato da un bancalaro ( falegname ) genovese nella prima metà del XVIII secolo, il piano del mobile impiallacciato in ametista avente il bordo in bronzo dorato fu pagato nel 1739 ad  un artigiano romano di nome  Ludovico Francesco Perini. I Tavoli da muro, che erano molto in voga nelle case patrizie del 700,   non avevano un utilità pratica se non la funzione di esporre oggetti che dimostrassero la grandeur della famiglia proprietaria, per esempio le porcellane provenienti dalla Cina per  la loro bellezza e la  difficile reperibilità.

A ZENA NO SE CACCIA VIA NINTE

TESTA IN CASSETTA

Traduco per i foresti ( a Genova non si butta via niente ), emblema di questo atteggiamento è la cosiddetta ” testa in cassetta ” uno dei prodotti regionali più antichi,  la testa in cassetta o sopressata che dir si voglia, è un prodotto che si ottiene lavorando tutte le parti meno nobili del maiale , tipo la lingua, le cotiche, il grasso e la cartilagine della testa, l’ impasto viene cotto in calderoni e riposto in stampi sagomati a cassetta, da qui il nome, a cui vengono aggiunti aromi quali il rosmarino e l’ alloro, una vera squisitezza.

UN MENHIR IN MEMORIA DEGLI SCOIATTOLI CHE NON SONO PIU’

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Passeggiando nei magnifici parchi di Nervi ( Genova ) in una bella giornata di sole, mi è capitato di passare sotto quest’ albero morto da tempo, è lì, in mezzo ad un prato come un menhir di pietra,  anche se non più vivente, ancora stupisce la sua grandezza ed imponenza, chissà forse fu  ucciso da un fulmine, Tomaso Buzzi diceva che gli alberi colpiti  dal fulmine sono sacri, come sacro è il suolo che li circonda, perché sono la testimonianza di come talvolta il cielo tocca la terra. Ed allora vorrei dedicare questo monumento naturale agli scoiattoli grigi dei parchi di Nervi, perseguitati,catturati e deportati chissà dove,  perché avrebbero contribuito ad estinguere la specie autoctona rossa.  Alla fine della storia  nei parchi scoiattoli non se ne vedono più ne rossi ne grigi e amen.

 

UN PITTORE OLANDESE A GENOVA

IMG_0377                                                                                Jan Van Huysum  ( Amsterdam 1682 /1740 )  Natura morta in posa , olio su tela .  Questo artista olandese si specializzò nella produzione di paesaggi arcadici e di nature morte floreali, la puntuale descrizione dei frutti in primo piano, dei fiori nonché del vaso in terracotta decorato con dei puttini e l’ attenzione per il particolare, sono propri della pittura nordica di questo genere, per molti anni considerato Minore dagli accademici. Questa tela, caratterizzata, da una raffinata gamma cromatica, fu realizzata nel primo quarto del XVIII secolo come del resto quella conservata nel Rijksmuseum di Amsterdam molto simile a questo bel dipinto visibile alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di Piazza Pellicceria a Genova.

UNA SCALA MOZZAFIATO

torre di s. andrea

A Genova nel 1155 furono edificate le torri della Porta Soprana o Superana che dir si voglia, dette anche di Sant’ Andrea dal nome del colle dove furono costruite, i genovesi le edificarono in occasione della costruzione della cinta muraria eretta per prevenire un attacco da parte del’ esercito del’ imperatore Federico Barbarossa, il quale  aveva detto di voler radere al suolo la città e sterminare i suoi abitanti perché avevano avuto l’ ardire di non volersi sottomettere alla sua autorità. Le torri  sono sagomate a ferro di cavallo  ed hanno al’ interno una scala a chiocciola per la quale si arriva sino in cima, i più ardimentosi, se non soffrono di vertigini, si possono cimentare in questa impresa.

UNA GIOVANE CARA,ONESTA E GRAZIOSA

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Nel centro storico di Genova e più precisamente nella Via di Pré, vi é una chiesetta dedicata a San Sisto papa e martire, proprio qui nel’ anno 1736 il commediografo veneziano Carlo Goldoni, che era presente in città per una tournée, si sposò con la genovese Nicoletta Connio da lui definita nelle sue memorie” una giovane cara, onesta e graziosa, che mi indennizzò di tutte le male azioni fattemi dalle donne… “. A Genova Goldoni si trovò benissimo perché, oltre che  trovare l’ amore della sua vita, vinse  con un ambo ben cento doppie….Aveva conosciuto Nicoletta in Vico Sant’ Antonio dove viveva in un appartamentino, lei abitava nella casa di fronte,  Goldoni con una scusa avvicinò il padre, che era uno dei quattro notai del banco di San Giorgio, se lo fece amico proprio per poter corteggiare la figlia.

LA LOGGIA DEGLI EROI

loggia degli eroi

Pietro Bonaccorsi detto Perin del Vaga discepolo di Raffaello, i ritrovò disoccupato  da quando Roma, dove egli lavorava per il Papa, fu messa al sacco dai lanzichenecchi del’ imperatore Carlo V che, pensando alla città eterna come alla culla della corruzione del cristianesimo, misero a ferro e fuoco Roma compiendo atti di barbarie inaudite nel 1527. Il nostro Perino quindi accettò entusiasta l’ invito di Andrea Doria che lo contattò perché gli costruisse un grande palazzo a Fassolo, fuori delle mura di Genova, su di un podere acquistato dai Lomellini.  Nel palazzo fu realizzata una loggia detta “Degli Eroi” affrescata da Perin del Vaga,  che ci mostra una serie di personaggi vestiti da antichi romani, sono i dodici membri più importanti della stirpe dei Doria che diedero fama e gloria alla famiglia, queste grandi figure furono ispirate dalle statue dei duchi delle cappelle medicee di Firenze  realizzate da Michelangelo e sono legate le une alle altre dalla sequenza ritmica della gestualità che è forse l’ invenzione più originale del’ artista, ricorrente sugli scudi l’ emblema del’ aquila coronata  simbolo araldico dei Doria.

LO CHIAMAVANO TESTA DI MAGLIO

gio battista carlone

Nel’ anno del Signore 1099 Guglielmo Embriaco,  valente condottiero genovese, armò alcune galee ( secondo l’ annalista Caffaro erano solo due  ) ed al comando di poche centinaia di soldati fece rotta verso la Terra Santa dove Goffredo di Buglione, a capo di una coalizione di stati, combatteva contro i saraceni per liberare il Santo Sepolcro.  Giunto che fu al porto di Giaffa,  saputo che una potente flotta nemica sarebbe piombata su di loro, per non far cadere nelle loro mani le sue navi, le fece smontare ed insieme al sartiame le fece trasportare fin sotto le mura di Gerusalemme assediata dallo esercito crociato, quindi, con il legname trasportato, fece fabbricare delle macchine d’ assalto per mezzo delle quali i soldati cristiani riuscirono a penetrare nella città e Gerusalemme cadde, forse proprio in quel’ occasione gli fu dato il nomignolo di ” Caput Mallei ” ( Testa di Maglio ). Goffredo di Buglione, grato per il determinante aiuto del’ Embriaco e dei suoi balestrieri, consentì che sopra la porta del Santo Sepolcro venisse scritto ” Praepotens Genuensium Praesidium ” a ricordo del’ incredibile ingegno ed ardimento dei Genovesi. Questa gloriosa vicenda della prima crociata fu celebrata dal pittore Giovanni Battista Carlone ( Genova 1592 – Torino 1677 ) che realizzò un grande dipinto a fresco nella Cappella del Palazzo Ducale di Genova nel sesto decennio del XVII secolo.

 

 

RISSEU DE ZENA

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I risseu sono composizioni pavimentali realizzate accostando delle pietre arrotondate solitamente di colore bianco e nero in modo da creare disegni di varia natura, sono tipiche di Genova, uno degli artisti più noti fu Armando Porta che ricostruì nel 1965 il risseu che decorava la parte interna del cortile del convento delle Turchine di Castelletto collocato tra corso Carbonara e corso Firenze oggi  non più esistente nel   giardino del Palazzo  Reale in via Balbi.

PER PROTEGGERE GENOVA NON BASTAVA SAN GIORGIO

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Nel Palazzo Ducale di Genova, in cima alla rampa di sinistra dello scalone per mezzo del quale si accede alla magnifica sala detta del Maggior Consiglio, fu realizzato un affresco dal pittore sarzanese Domenico Fiasella tra il 1653 ed il 1655. Sullo sfondo del dipinto in basso è visibile la Lanterna di Genova con sopra Dio Padre con in grembo il Cristo circondato dalla Madonna  che dal 1637 fu incoronata regina della città, il fatto non ebbe solo valenza  religiosa ma politica, infatti da quel giorno alla corona ducale fu sostituita  quella reale, sottolineando così la totale  indipendenza della ” Repubblica “. A destra  San Giovanni Battista,  in basso  a sinistra San Giorgio che storicamente fu il primo patrono di Genova e dal’ altro lato San Bernardo da Chiaravalle. Tutti questi     ” Protettori ”  non bastarono di fronte a Napoleone ed al suo esercito che alla fine del XVIII secolo  scrissero la parola fine alla libertà della gloriosa repubblica genovese annettendola alla Francia.

LA REGATA DELLE ANTICHE REPUBBLICHE MARINARE

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Nella Stazione Marittima di Genova è esposta la barca che viene usata in occasione della storica regata delle antiche repubbliche marinare, fu costruita a Venezia nel sesto decennio del secolo scorso come del resto le altre tre, per Genova come polena venne posto un drago, le barche ad otto vogatori ed un timoniere gareggiano ogni anno a turno nelle varie città, in mare ad Amalfi e Genova, in laguna a Venezia e lungo l’ Arno a Pisa.

IL DERBY: UNA FESTA PER GENOVA

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Il Genoa cricket and football club è una società sportiva nata nel 1893 da genitori foresti ( stranieri ) infatti fu fondata da un gruppo di inglesi che viveva a Genova, la Sampdoria o più semplicemente  Samp è una società calcistica creata nel 1946 dalla fusione della Sampierdarenese  fondata nel 1891 e dalla società sportiva Andrea Doria sorta nel 1895, due squadre quindi dal grande passato e si spera dal’ ancora  più grande futuro. Le diverse tifoserie sono divise da un sentimento molto vicino a quello dei Montecchi e dei Crapuleti di Verona, sempre pronte allo sfottò ed alla rissa, purtroppo alle volte non solo verbale, eppure sopra tutto dovrebbe prevalere un sentimento comune che è di appartenenza alla medesima città ed allora al prossimo derby W il Genoa, W la Samp e soprattutto W GENOVA  che é la vostra città e che il ” Derby ” sia una festa per tutti e non un incubo.

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RAFFAELE DE FERRARI ASSASSINO PER SBAGLIO

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In Piazza De Ferrari, ombelico della città di Genova, vi è una sontuosa dimora già appartenuta ai Doria e poi acquistata dai De Ferrari Galliera. Raffaele De Ferrari qui nacque nel 1803 e mai più avrebbe immaginato che la Piazza San Domenico, così si chiamava allora, sarebbe stata intitolata in suo onore, anzi per la verità nel 1828, sposato da poco con la marchesina diciottenne Maria Brignole Sale,  esercitandosi in casa al tiro alla pistola accadde diciamo una ” disgrazia ” quando un servitore ebbe la malaugurata idea di attraversare la traiettoria del suo proiettile e ci restò secco. Dato l’ illustre e ricchissimo personaggio,  tutto fu messo presto a tacere, la famiglia dell’ ucciso fu indennizzata e Raffaele se la cavò con tre mesi di domicilio coatto nella sua splendida villa di Voltri. Tuttavia, dato che le malelingue ne dicevano di tutti i colori, la coppia preferì trasferirsi a Parigi dove per le sue indubbie capacità Raffaele seppe accumulare una  vera fortuna. Tornò a Genova superati i settant’ anni e senza batter ciglio offrì alla sua città la cifra allora spettacolare di 20.000.000 di lire in oro per la costruzione di grandi moli foranei ed insieme alla moglie si impegnò in tantissime opere di misericordia, così tante che i genovesi vollero a lui intitolare la piazza più bella della città.

L’ALLUME.. NEL MEDIOEVO POTEVA FARE LA DIFFERENZA!

LAZZARO DORIA

Questa grande scultura  realizzata in marmo bianco nel’ ultimo quarto del XV secolo attribuita a Giovanni Gagini ( 1449 c. – 1506 c. ) che fu uno degli artisti d’ origine lombarda attivi a Genova nella seconda metà del 400, era la lastra tombale del monumento funebre, oggi smembrato, di Lazzaro Doria, importante personaggio pubblico  e mercante che doveva la sua agiatezza al’ allume. Nel Medioevo, l’ allume  era un prodotto molto importante di cui la Repubblica di Genova aveva una sorta di monopolio, grazie al fatto di possedere in Anatolia una colonia a Focea che disponeva di grandi riserve minerarie di questo prodotto, in pratica l’ allume,  che è un sale misto di alluminio e potassio, veniva  usato come fissante nei colori  dei tessuti e nella concia delle pelli, in medicina veniva usato invece  come emostatico. La statua, che in origine era collocata in una  cappella nella  Certosa di San Bartolomeo di Rivarolo, oggi è conservata nel museo di Storia medioevale di Sant’ Agostino di Genova.