IL CASTELLO DI SAN GIORGIO

castello di san giorgio

Il castello di San Giorgio, chiamato anche castello Brown dal nome del console che trasformò l’ area circostante in uno splendido giardino mediterraneo, domina la baia di Portofino, anticamente sulla sua terrazza erano piazzate le artiglierie che difendevano il borgo sottostante dagli attacchi dei saraceni, che frequentemente battevano le coste liguri mettendole a ferro e fuoco, violentando le donne e riducendo gli uomini in schiavitù. Il maniero è raggiungibile dalla salita che conduce alla chiesa di San Giorgio, le prime notizie relative a questa struttura difensiva si hanno nel XV secolo, ma sembra che prima comunque ci fosse in loco una torre d’ avvistamento. La proprietà del complesso è oggi del Comune che lo usa per esposizioni e mostre temporanee.

UN POSTO CHE DONA FELICITA’

piazza enzico bassano

A Genova, sotto la chiesa di Sant’ Antonio di Boccadasse , c’ è la piazza Enrico Bassano, da lì si vede la spiaggetta,  i gozzi allineati come soldatini e l’ antico borgo con le sue case dai colori corrosi dal vento e dalla salsedine. Quando molti anni or sono dovetti lasciare Genova per ragioni di lavoro, non appena potevo tornare, venivo qui, mi sedevo su uno scoglio e guardavo il mare, credo che basti questo a  donare felicità.

UN CAPPUCCINO COSI’ COSI’

bernardo strozzi

Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino o il prete genovese nacque  a Genova da una famiglia indigente nel 1581, aderì all’ età di soli 17 anni all’ ordine dei frati cappuccini non per vocazione ma per bisogno, nel 1625 fu accusato di pratica illegale della pittura e messo in carcere per tre anni, dopo di che fu rinchiuso in un convento dal quale non poteva uscire, con uno stratagemma riuscì a fuggire trovando asilo e protezione a Venezia dove le locali autorità, di fronte alle pressanti richieste di estradizione portate avanti dai genovesi, risposero “PICCHE “. Il Soprani nel 1768 nella sua “delle vite de’ pittori genovesi… ” bene evidenzia la rabbia impotente dei suoi superiori : ….usarono costoro ogni arte, ed industria, per riavere il fuggitivo.Ne fecero diligenti ricerche, ricorsero a tribunali, spedirono esploratori a rintracciare di lui: ma tutto indarno; acciocché egli ritiratosi in casa d’ un amico fu da costui tenuto in luogo d’ asilo; e poscia occultamente imbarcato per Venezia, dove giunto con efficaci lettere di raccomandazione,  anche allora evidentemente  non se ne poteva fare a meno (*), trovò protettori potenti, che lo assicurarono da ogni molestia…

Nella foto la bella Madonna orante  di Bernardo Strozzi che è custodita a Genova  nel museo di Palazzo Spinola in Piazza Pellicceria.

(*) nota di chi scrive

 

 

 

 

UN TRITTICO D’ ECCEZIONE

adriaen ysenbrant

Girovagando nel centro storico di Genova, se un sabato pomeriggio alle ore 16:30 vi trovate in via di Fossatello, imboccate vico San Pancrazio vi troverete nella piazza omonima dove sorge il tempio eretto in onore di questo Santo martire. La chiesa è il tempio gentilizio dei cavalieri di Malta ed è aperta solo nel giorno di sabato per la celebrazione della messa delle ore 17:00. Dell’antichissima chiesa originaria resta quasi niente, l’ultima distruzione avvenne durante i bombardamenti alleati dell’ultima guerra mondiale, al suo interno però, dietro all’ altar maggiore, è conservato un trittico fiammingo di straordinaria bellezza. Il grande dipinto fu attribuito al pittore fiammingo Adriaen Ysenbrant dalla Carla Cavelli Traverso, attribuzione per la verità non da tutti condivisa, che lo avrebbe dipinto nei primi trent’anni del XVI secolo. Leggendo il trittico da sinistra verso destra notiamo sull’anta sinistra San pietro con in mano le chiavi del Regno Celeste ed il testo della leggenda aurea scritta da Jacopo da Varagine (Varazze) da cui sono stati tratti gli episodi salienti della vita di questo santo bambino martirizzato all’età di quattordici anni durante le persecuzioni ai cristiani fatte per ordine dell’ imperatore Diocleziano nel terzo secolo dopo Cristo. Al centro San Pancrazio con un falcone allusivo alle sue origini nobili, con Diocleziano prostrato ai suoi piedi, in mezzo Cristo sovrastato dallo Spirito Santo e dal Padre Eterno, con a destra San Giovanni Evangelista con una coppa in mano da cui fugge un mostriciattolo, allusivo al fatto che un sacerdote del tempio di Diana ad Efeso cercò di avvelenarlo senza riuscirvi, sullo sfondo la città di Roma dove avvenne il martirio della quale si riconoscono alcuni monumenti. Nell’anta destra San Paolo con la spada sempre presente nella sua iconografia. Concludendo un’opera veramente straordinaria.

UNA CHIESA PER CHIRURGHI E BARBIERI

santi Cosma e Damiano

Ai piedi della collina di Castello, in un’ area dove era presente un insediamento romano, in pieno centro storico di Genova, da oltre 900 anni è la chiesetta dedicata ai santi Cosma e Damiano. I due santi furono medici, vissero nel III secolo dopo Cristo ed esercitavano la loro professione in Cilicia dove vennero uccisi durante le persecuzioni contro i cristiani voluta dall’ imperatore Diocleziano. I Barbieri ed i chirurghi fecero realizzare in questa chiesa i loro sepolcri. La chiesa in stile romanico presenta una facciata a capanna e sul suo basamento mostra diverse tombe, una delle quali del XIII secolo è detta tomba del Barisone. Veramente singolare l’ accostamento dei chirurghi con i barbitonsori, questi ultimi infatti non dovevano praticare studi particolari per esercitare la loro arte, anzi erano quasi tutti analfabeti, oltre che tagliare barbe e capelli potevano effettuare salassi, che al tempo erano ritenuti salutari per curare determinate malattie. I chirurghi di allora non potevano esigere il pagamento dei loro onorari se non a guarigione avvenuta del paziente, per cui, molto spesso, restavano senza mercede……….

IL PALAZZO DORIA TURSI

palazzo Tursi

…Il principale ornamento poi di Strada Nuova è il gran palazzo Doria Tursi. Sorge questo vasto e maestoso edifizio accanto al palazzo Bianco Brignole nella linea di tramontana. E’ tutto eretto di marmo da sommo ad imo né fianchi e nella facciata che più maestosa non può né idearsi né formarsi, con due nobili gallerie a fianchi di marmi pure e con colonne di esso ornate lunghe 60 palmi per ciascheduna…..

Così si legge  di Palazzo Tursi nella ” Descrizione della città di Genova ”  di un anonimo viaggiatore del 1818. ( ed. Sagep )

Il palazzo Doria Tursi fu progettato dagli architetti Domenico e Giovanni Ponzello  ed eretto a partire dal 1565 su commissione di Niccolò Grimaldi, principale banchiere dell’ imperatore di Spagna Filippo II, oggi è sede del Comune di Genova e fa anche  parte  del polo museale di Strada Nuova ( Via Garibaldi ), al suo interno una splendida collezione di maioliche liguri ed il famoso ” Cannone ” il violino di Nicolò Paganini.

 

ROVERETO E IL SUO TERRITORIO

ROVERETO

Nel Golfo del Tigullio, abbracciati da boschi di ulivi, vi sono due antichi insediamenti che rivestirono nel medioevo grande importanza per la loro particolare collocazione. Il territorio di Rovereto infatti era ed è attraversato dalla antica strada romana percorsa dai pellegrini diretti verso le città sante della cristianità. San Pietro e Sant’ Andrea di Rovereto, con i loro borghi millenari, sono emblematici di un Italia unita ma nello stesso tempo divisa da contrastanti interessi e pregiudizi, paesi distanti poche centinaia di metri eppure in conflitto perenne nel cercare di raggiungere l’ indipendenza l’ uno dall’ altro…..

( da ” Rovereto e il suo territorio ” di Ferruccio Burlando ed. De Ferrari )

Nota dello scrivente: Nel 1763 finalmente le chiese furono separate dopo molte suppliche inviate dagli abitanti di San Pietro alle autorità ecclesiastiche, e così rimasero sino a qualche anno fa, quando, con gran dispetto degli abitanti, furono di nuovo riunite sotto un unico parroco.

Nicolò Barabino in via Roma

Passeggiando nella via Roma di Genova, considerato uno dei “Salotti buoni ” della città,  si giunge al Palazzo Orsini contraddistinto dal n. 8, se saliamo  al piano nobile dove è allestito un negozio di arredi per la casa, ci troviamo di fronte ad ambienti grandiosamente affrescati dal pittore Nicolò Barabino nato a Sampierdarena  ( Genova ) nel 1832, pittore di storia e frescante, in uno di questi ambienti, nel salone detto del Trecento, vi è narrato in pittura l’ incontro tra Dante Alighieri e Matelda, realizzato dal Nostro nel 1887.

dante incontra matelda

IL MONUMENTO ALL’ IMPRESA DEI 1000

quarto bis

Quarto deve il suo nome alla collocazione sulla via antica Aurelia del ” Quartum milium” dal centro di Genova durante la dominazione di Roma.  Da qui, nella prima settimana di Maggio del 1860,  partì la spedizione di Giuseppe Garibaldi con i suoi 1000 volontari alla volta della città siciliana di Marsala. Per immortalare l’ evento, sul capo antistante lo scoglio da dove partirono, venne eretto nel 1915 un monumento bronzeo opera dello scultore Eugenio Baroni, monumento che fu inaugurato lo stesso anno da Gabrie D’ Annunzio.

UN NINFEO PER GLI SPINOLA

ninfeo del n. 4 di salita s. caterina

Passeggiando nel centro di Genova non è raro imbattersi in palazzi che hanno gli atri magistralmente affrescati o decorati con sculture e ninfei, quello mostrato nella foto é nel palazzo di Salita Santa Caterina n. 4 che appartenne a Giorgio Spinola, il palazzo faceva parte di quelli iscritti nei Rolli, cioè negli elenchi nei quali i proprietari potevano ambire ad ospitare personalità di rilievo in visita a Genova.

IL PANTHEON DI GENOVA

Pantheon

Il Cimitero Monumentale di Genova  è uno dei più famosi d’ Europa, La Cappella dei Suffragi da tutti chiamata Pantheon perché ispirato a quello romano e forse ancora di più dal tempio del Canova a Possagno, è una costruzione neoclassica con un timpano sorretto da un pronao di colonne scanalate di stile dorico, una copertura a cupola ed all’ interno ornato di statue, basso rilievi e stucchi. Fu costruito a partire dal 1861 su progetto di Carlo Barabino e realizzato dal suo discepolo Gio. Battista Resasco, si trova al culmine d’ una collinetta dalla quale si scende per mezzo d’ una grande scalinata fiancheggiata da due statue marmoree dei profeti biblici Giobbe e  Geremia. Nel Pantheon sono sepolti illustri genovesi come  lo stesso Carlo Barabino e Nino Bixio e tanti altri.

DUE MARINE STRAORDINARIE

fototeca burlando 58

Dalla genericità di tanti paesaggi con figure di Carlo Antonio Tavella si distacca con evidenza questa straordinaria coppia di marine, dove il pittore offre il meglio di sé. Esse, se pur in formato ridotto, richiamano immediatamente i due grandi teleri con la battaglia navale nei pressi dell’ isola delle Correnti e la battaglia navale al largo delle isole Kerkenaab di Palazzo Reale a Genova, ormai definitivamente confermate al Tavella…. Importante per confermare la datazione tarda di questa coppia di capolavori è l’ esistenza d’ un disegno, conservato al museo di Stoccarda, che mostra una veduta costiera con figure ed imbarcazioni, assai simile a questa, che indica l’ esecuzione del relativo dipinto al 1719. Rispetto alla composizione del disegno, i due quadri mostrano uno sviluppo scenico ancor più articolato e complesso,specie nella scansione dei piani in un progressivo diradare verso l’ orizzonte lontano nell’ alternanza di luci ed ombre, contrasti luministici e riflessi che nel foglio solo si possono intuire, ma che comunque non giungono a questo livello di ricchezza e precisione. Come in pochi suoi episodi pittorici, il Tavella mostra di apprendere il meglio della pittura straniera di paesaggio, a partire dalle prime esperienze classiche di Dughet, e attraverso le suggestioni atmosferiche di Lorrain, fino al paesaggio barocco del Tempesta ( in casa del quale alloggiò a Milano nel 1700 ). Si pone così di fatto, con opere come queste, quale importante precedente per un Vernet o un Lacroix de Marseille, di una generazione più giovani.

Così scrive la storica dell’ arte Anna Orlando a proposito di questi straordinari dipinti appartenenti ad una collezione privata genovese.

fototeca burlando 57

Carlo Antonio Tavella ( Milano 1668 – Genova 1738 ) olio su tela              cm.72,5 x cm. 98,5;  cornici dorate a mecca coeve

 

 

 

 

UN SARCOFAGO ROMANO USATO COME DEPOSITO PER LA BIANCHERIA SPORCA

sarcofago romano del IV secolo
Questo sarcofago romano risalente al IV secolo dopo Cristo, è oggi conservato nel Museo dei Beni  Culturali dei Cappuccini di Genova e  fa bella mostra di se in cima allo scalone dell’ ingresso del museo.  Sino all’ inizio del secolo scorso, quando nel quartiere  genovese di Portoria esisteva ancora l’ ospedale di Pammatone, lì dove oggi sorge il moderno Palazzo di Giustizia, era adibito ad una funzione chiamiamola impropria per usare un eufemismo, serviva come contenitore della biancheria sporca dell’ ospedale.

LE STATUINE DEL MUSEO LUXORO

 

presentazione al tempio di Gesù bambino
A Genova, nella splendida cornice dei parchi di Nervi, è sito un palazzo del primo 900 oggi museo Giannettino Luxoro. Questo interessante complesso museale ospita collezioni di mobili, argenti, orologi, dipinti e statuine da presepio del XIX e del XVIII secolo con le quali  ogni anno vengono predisposti  allestimenti in occasione del Natale, quello mostrato nella foto rappresenta la presentazione al Tempio di Gesù bambino, per chi non lo sapesse, Maria e Giuseppe, così come prevedeva la legge di Israele, entro 40 giorni dalla nascita di Gesù, dovettero portare il loro bambino al Tempio di Gerusalemme per “offrirlo a Dio “, questa cerimonia era prescritta per ogni figlio primogenito maschio, il bimbo si poteva “riscattare ” facendo un’ offerta ai sacerdoti del Tempio, di solito due colombe.

LA NASCITA DELLA BELLA ELENA

 

 

bernardo schiaffino
Giove, il re degli dei, è risaputo, non era molto fedele alla moglie Giunone, quando vedeva una bella figliola, ne combinava di tutti i colori per conquistarla, e per evitare l’ ira della gelosissima moglie, si trasformava in nuvola, pioggia dorata, giovenca, cigno etc. etc. Dall’ amore di Giove, che s’ era trasformato in cigno,  per Leda nacquero due gemelli Polluce e la bella Elena. Questa favola mediata dalle “Metamorfosi ” di Ovidio ispirò questa scultura marmorea collocata al secondo piano nobile del museo di palazzo Rosso di Genova, realizzata nel 1707 dallo scultore Bernardo Schiaffino   ( Genova 1678 – 1725 ). Questo capolavoro in marmo costituisce il prologo d’ una narrazione che interessa l’ intero ambiente detto della “Grotta” in cui sono dipinti gli episodi più significativi che narrano le origini mitiche di Roma.

 

UNA CANNONIZZAZIONE MANCATA

palazzo boggiano gavotti

Il Palazzo Boggiano Gavotti  posto nella bella via San Lorenzo di Genova, fu fatto erigere dai Centurione nel XVII secolo, la grande loggia neoclassica fu opera di Santo Varni che la progettò nel 1860, così come il fregio retrostante, che fu realizzato in ricordo del nobile Giacomo Lomellini  che, durante i moti  del 1746, uscì dal palazzo ducale e coraggiosamente trattò con il popolo in rivolta davanti ai cannoni con i quali i rivoltosi volevano assaltare il palazzo del Doge, placando gli animi, ed evitando uno spargimento di sangue fratricida.

LA LEGGENDA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

Madonna ante 1429

Uno storico del 1600 di nome Buschi, racconta d’ un antico mito circa l’ effige della Madonna che si trova nel Santuario della Grazie tra Zoagli e Chiavari: prima del 1429 un comandante di nave vide, in una non precisata città delle Fiandre,  una Madonna con il bambino Gesù in una bottega d’ un mercante, la statua  lo colpì al punto di comprarla. Con il mare ed i venti favorevoli la sua nave ripartì alla volta della patria, ma giunto che fu nel tratto di riviera prospiciente all’antica cappella della Madonna  della   Misericordia  presso Chiavari, la sua nave si fermò ed a nulla valsero gli sforzi del comandante e del suo equipaggio per farla ripartire, allora il capitano ebbe un’ intuizione, prese la statua della Madonna acquistata nelle Fiandre,  la sbarcò sopra la scogliera detta il ” gruppo del sale ”  e dopo averla pregata riprese senza difficoltà la navigazione. La statua della Madonna delle Grazie è ancora li e da 600 anni sorride a chi la va a trovare.