Un’Abbazia in un Boschetto

Cornigliano é un quartiere di Genova che si trova in periferia a circa 7 chilometri dal centro città, acquisì notorietà internazionale solo quando crollò la campata centrale del ponte Morandi, prima di questo terribile evento che portò lutti e distruzioni, a nessuno sarebbe venuto in mente di farci una scampagnata o d’accompagnarci un visitatore, eppure qui, in un sito denominato “Boschetto” perché in esso era una folta vegetazione, la famiglia nobile dei Grimaldi fece costruire nel 1311 una piccola chiesa dedicata a san Nicolao, chiesa che insieme ad una casupola fu donata ai benedettini anni dopo, i quali nel 1502 realizzarono in sito una chiesa in stile gotico rinascimentale, un’abbazia ed un hospitale per dar ristoro ai pellegrini che attraversavano quei luoghi diretti alla città di Roma. Il complesso di San Nicolò del Boschetto crebbe e prosperò stante che le famiglie dei Grimaldi, dei Doria, dei Lercari e degli Spinola decisero di seppellire qui i loro illustri antenati in sarcofagi marmorei, alcuni dei quali ancor oggi visibili, poi iniziò il periodo della decadenza quando nel 1747, durante la guerra di secessione austriaca, le truppe d’ Austria occuparono la chiesa danneggiando il complesso e le opere d’arte in esso contenute, le leggi emanate da Napoleone, nel primo decennio dell’ottocento, gli diedero il colpo mortale, i benedettini furono mandati via, l’abbazia fu espropriata ed adibita in parte a fabbrica ed in parte ad abitazioni, infine il complesso acquisito dai Delle Piane fu nuovamente riconvertito in chiesa ed abbazia nel 1870, dal 1960 é sede della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione, oggi é visitabile in giornate dedicate, all’ interno della chiesa, oltre che le tombe di cui ho parlato, è interessante visitare l’antica cappella dove erano conservati i ” Teli Della Passione di Cristo “, questi interessantissimi manufatti, oggi non più in loco, sono conservati all’ interno del museo Diocesano di Genova, questi capolavori costituiscono un unicum perché la loro caratteristica peculiare é che furono realizzati nel cinquecento in ” Blue de Genes ” di spesso lino, praticamente in tela Jeans dipinta con tocchi di biacca che esaltano le figure e la drammaticità delle scene rappresentate, lo spettatore rimane veramente impressionato sia dalla bellezza dei dipinti, sia dalla sapiente ambientazione nella quale sono stati collocati.

Presepe Genovese

Nel XVIII secolo Genova divenne uno dei centri più rinomati per la produzione di statuine lignee del presepe insieme a Napoli. Le caratteristiche strutturali dei personaggi costituiti da manichini lignei snodati, scolpiti, dipinti solo nelle parti a vista e rivestiti con abiti di tessuto povero o ricco a seconda dei ruoli interpretati, ci fanno pensare che esistesse una vera e propria catena di montaggio nella quale erano coinvolti scultori, pittori, intagliatori, sarti e ricamatori. La tipologia dei volti dei personaggi era volutamente ripetitiva nel rispetto dei diversi ruoli interpretativi fissati dalla tradizione, da questo si evince una semplificazione a livello progettuale, così come ben evidenziato dalla Galassi nel suo scritto “Artefici e Collezionisti dei presepi genovesi”, per cui le tipologie venivano riproposte e replicate con minime varianti, così abbiamo il mendico, il soldato penitente, il pastore con il suo gregge, il nobiluomo, lo storpio e la contadina oltreché gli artigiani con le loro botteghe, e i ” besagnini”. Non ci sono pervenuti documenti che attestino in quali botteghe o atelier vennero prodotte queste statuine, peraltro é plausibile pensare che anche le prestigiose come quella del Maragliano abbiano prodotto statuine presepiali realizzate dai suoi collaboratori. Più tardi Pasquale Navone, (Genova 1746 -1791 ) non allievo del Maragliano perché nato dopo la sua morte, certamente realizzò splendide statuine presepiali che ancora oggi si possono ammirare in molti presepi allestiti nelle chiese genovesi.

presepe del santuario della Madonnetta di Genova , il Mago nero ed il suo seguito realizzato dallo scultore Pedevilla nella metà del XVIII secolo

Pentema un paese presepe

Nel 1974 nacque un’associazione che si propose di preservare e valorizzare gli aspetti paesaggistici e culturali di Pentema, un paesino sorto sulle pendici del monte Prelà a 839 metri d’altitudine del quale si hanno notizie sin dall’anno 1453. Nonostante la relativa vicinanza con la città di Genova ( circa 45 Km. ), date le difficili per non dire pessime vie di comunicazione, gran parte dei Pentemini emigrò cercando lavoro e fortuna altrove, sino a che il paese, quasi completamente disabitato, cadde nell’oblio dei più. A Genova c’era un detto per quelli che ignoravano i fatti più eclatanti : ” Ma da dove vieni? da Pentema?”. Quanto sopra, peraltro, consentì a questo paesino frazione di Torriglia di conservare e mantenere quasi inalterate le proprie antiche caratteristiche urbanistiche, le case in pietra sono addossate le une alle altre ed intervallate da ripide “creuze” di acciottolato. Nel 1995, da un’idea del parroco don Pietro Cassulo, fu allestito nel periodo natalizio un presepio coinvolgendo l’intero paese nel quale fu ricreato un ambiente di vita contadina dell’ottocento. L’epoca storica viene rappresentata mediante un’attenta ricostruzione di quelli che erano gli ambienti e i mestieri del paese che nel rigido periodo invernale aveva bisogno d’essere autosufficiente perché completamente isolato dalla neve. Questo paesino dell’entroterra genovese sorse forse da fuggitivi dato che, le soldataglie dei vari eserciti contro i quali combatté nei secoli la Serenissima Repubblica Genovese, dove arrivarono, portarono lutti e miseria, depredando ed uccidendo gli abitanti dei borghi genovesi. Il presepe di Pentema é veramente imperdibile, L’ epoca storica viene rappresentata in circa 40 scene con i personaggi esposti che sono a grandezza naturale e vestiti con i panni del XIX secolo, collocati nei punti del paese dove realmente hanno vissuto e lavorato. Quest’ anno, per la pandemia in atto, il presepe non è stato allestito…. un vero peccato.

Genova Città Segreta

Genova Città Segreta

LUNGOMARE LOMBARDO

Il lungomare Lombardo é una creuza che aggira l’antica abbazia di San Giuliano costeggiando parte della spiaggia omonima dove sono numerosi stabilimenti balneari ed un tratto di spiaggia libera. Questa pittoresca viuzza è da un ventennio deturpata da un cantiere edile abbandonato, che fu predisposto per completare i restauri della chiesa dell’abbazia, ultima testimonianza degli edifici religiosi che anticamente erano sparsi lungo il litorale dedicati ai santi Nazario e Celso, San Vito, Santa Giusta e san Luca d’ Albaro ora non più esistenti. Le istituzioni giocano a scarica barile e intanto tutto resta fermo, immobile, nessuno riesce a trovare una soluzione per uscire da questa incresciosa situazione e le persone che passano di lì mugugnano e scuotono la testa consolandosi guardando una casetta di legno prospicente al mare che dipinge di poesia questo pezzetto di Genova.