Il complesso di Sant’ Ignazio, attuale sede dell’ Archivio di Stato, ha la sua origine da una villa sub urbana genovese del XV secolo, ristrutturata dalla famiglia De Franceschi nel XVI secolo con Andrea Semino ( Genova 1526 – 1594 ) e la sua bottega incaricati di affrescare l’ intera magione con episodi di storia romana e con iconografie ispirate dalle ” Metamorfosi ” di Ovidio; nel 1659, acquistata dai gesuiti per farne la sede del loro noviziato, fu ampliata con la costruzione d’ una chiesa ( oggi sala per le conferenze )e da diversi muri perimetrali che chiusero la vista a mare, nel 1773 passò alle monache agostiniane sino ad arrivare al 1810 quando, con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, fu adibita a caserma e tale rimase per molti anni; con i bombardamenti della seconda guerra mondiale, ormai ridotto in rovina, fu abbandonato l’ intero complesso alle ortiche, sino ad arrivare al 1986 quando si iniziò il restauro degli edifici per poterli adibire alla conservazione del patrimonio cartaceo dell’ Archivio di Stato Genovese. Oggi è meta di tanti studiosi che indagano sulla storia della Serenissima Repubblica di Genova, le ” filze ” cartacee (°), conservate in locali privi di luce e di umidità, se messe una dietro l’ altra formerebbero una catena lunga 40 chilometri.
(°) la conservazione dei documenti cartacei in filze risale al ‘400, consisteva nel prendere i fogli di carta straccia ripiegarli e forarli con un ago e corda legandoli insieme in modo da formare dei gruppi omogenei.