
Quando parliamo di pietanze nella cucina ligure dobbiamo sempre e comunque ispirarci alla mentalità diciamo parsimoniosa dei genovesi, per esempio alla fine dell’inverno soprattutto nelle campagne alle spalle della città di Genova, si festeggiava l’inizio del ciclo riproduttivo delle galline, dato che le uova erano l’ingrediente principale per fare preparazioni semplici e veloci come per esempio le frittate. Nel XIX secolo, dato che gli orti all’inizio della primavera non producevano ancora verdure adatte per fare le frittate, si ricorreva ad erbe selvatiche come la vitalba e le ortiche, a stagione più avanzata si poteva fare la frità de succhin ( la frittata di zucchini ) che ha il vantaggio d’esser buona sia calda che fredda e quindi, se avanzata, si può consumare anche il giorno dopo la sua cottura, che può essere fatta in padella ( io la preferisco così) o anche al forno. Paolo Spadoni nel suo “Lettere odeporiche sulle montagne Ligustiche ” scritto a Bologna nel1793 scrive che al suo arrivo a Montobbio ( Montoggio ) fu accolto dagli abitanti, dall’Arciprete e dai suoi domestici con una grossa frittata e con vin generoso….quindi si può supporre che la frittata era considerata un cibo apprezzatissimo anche per dare il benvenuto a personalità d’alto ceto.(*)
(°) vedi la cucina tradizionale di Enrichetta Trucco a cura di Emanuela Profumo