
La porta di Sant’Andrea posta sull’omonimo colle spianato all’inizio del ‘900, era chiamata “Soprana ” perché si trovava rialzata rispetto alla città vecchia, faceva parte del complesso difensivo eretto nel XII secolo dai genovesi per far fronte alle minacce dell’imperatore Federico Barbarossa, il quale, saputo che i genovesi non ne volevano sapere di diventare suoi vassalli e di sottomettersi alla sua autorità, furibondo contro tale impudenza, aveva minacciato di scagliare il suo potente esercito contro Genova, di raderla al suolo uccidendo tutti i suoi abitanti. Messe da parte per una volta le lotte intestine tra le diverse famiglie nobili, tutta quanta la popolazione, uomini, ragazzi, donne compresi anche diaconi ed i preti si misero all’opera per costruire una nuova cinta di mura più possente rispetto alla precedente risalente al X secolo, la porta Soprana era quella che consentiva l’ingresso alla città da est, rivolta idealmente verso Roma. All’interno della porta si leggono diverse iscrizioni poste su lapidi marmoree, in una di queste si legge la seguente frase latina: “SI PACEM PORTAS, LICET HAS TIBI TANGERE PORTAS, SI BELLUM QUERES, TRISTIS VICTUSQUE RECEDES ” che in pratica significa: se vieni in pace ti è lecito toccare ( attraversare ) queste porte, ce cerchi la guerra ti ritirerai infelice e sconfitto. Una curiosità, quando la porta Soprana e le sue torri furono restaurate nel1890 sotto la direzione del D’Andrade, in una di esse fu ritrovata la ghigliottina che nel periodo della dominazione napoleonica fu usata a Genova per le esecuzioni capitali.