L’Acquasola ed il suo salice piangente

A Genova, negli anni 50 del secolo scorso, nel parco dell’ Acquasola esisteva una pista per andare in bicicletta, io imparai ad andare in bici proprio lì, quando ero stanco di pedalare, mia mamma mi accompagnava a guardare i cigni del laghetto che pigramente nuotavano con i loro piccoli e, quando erano stufi degli strilli dei bambini, si rifugiavano sotto le fronde d’un salice piangente posto su un isolotto in mezzo all’acqua. Da molto tempo i cigni non sono più, e pure il salice é passato a miglior vita. Oggi, percorrendo a piedi corso Andrea Podestà, senza una precisa ragione, sono entrato nel parco e sono rimasto basito quando ho visto che sull’isolotto del laghetto c’é di nuovo un salice piangente che, con le sue fronde accarezzate dalla brezza, sfiora lo specchio d’acqua come una volta. Francamente credevo d’essere l’unico ad avere nostalgia di quell’albero, ma evidentemente non é così, o forse é stata la ninfa “Sola”, una delle driadi che gli antichi romani pensavano vivessero nei boschi proteggendoli, e che, secondo alcuni, diede il nome a questo luogo, il cui toponimo deriverebbe proprio da Acqua, perché anticamente vi scorreva un corso d’acqua che poi si congiungeva al Rio Torbido ( oggi completamente interrato ) e alla ninfa “Sola”.

Lascia un commento