IL COMO’ GENOVESE DELLA PRIMA META’ DEL ‘700

” Le XVIII ème siècle est le siècle des femmes” non ricordo più chi lo ha affermato ma, quando si parla di mobili, è certamente vero, per esempio il comò si trasforma e dalla grandiosità dello stile “barocco ” volto stupire ed impressionare, passa allo stile “barocchetto ” o rococò che dir si voglia, uno stile sinuoso e leggiadro in cui l’andamento curvilineo richiama prepotentemente il corpo femminile. Lo stile rococò nacque a Parigi, capitale incontrastata della moda nel’700 e da lì si diffuse a macchia d’olio anche nei vari stati italiani, a Genova ed a Venezia ci furono senza dubbio tra i migliori ebanisti interpreti di questo stile, che, pur ispirandosi ai modi francesi, crearono mobili che, per la loro bellezza ed originalità sono ancora oggi apprezzati in tutto il mondo. La produzione del mobile barocchetto genovese inizia nel 1720 e termina nel 1774 circa con l’avvento del mobile neoclassico conosciuto generalmente con il nome di stile Luigi XVI. Possiamo affermare che il “barocchetto genovese ” si sviluppa in tre fasi: il mobile del 1720, il mobile dal 1730 al 1740 ed infine quello del 1750 a seguire. I mobili hanno tuttavia la stessa impostazione, eleganti, ma all’inizio più rigidi, man mano che passa il tempo le loro linee diventano più morbide, curvilinee ed estremamente raffinate; il comò o cassettone è forse il mobile più significativo, anche perché da questo derivano i cantonali, le ribalte, le ribalte con alzata , chiamati impropriamente trumeaux ed i comodini. Quello mostrato nella foto soprastante é un comò databile al 1740 circa, le gambe curvilinee sono calzate in eleganti zoccoli in bronzo cesellato a mano e dorato al mercurio, tecnica che, fortunatamente, nel XIX secolo fu abolita perché gli addetti ai lavori di doratura avevano la vita molto breve …… le gambe si raccordano con la traversa bassa che contiene il cosiddetto grembiule mistilineo, le catene tra i cassetti non sono più a vista, in questo caso i cassetti sono tre di uguale misura, i montanti sono mossi ad ” S ” e formano un tutt’uno con le gambe, sono chiamati dagli addetti ai lavori ” alette “, il fronte del mobile é a doppia curva e decorato con maniglie e bocchette in bronzo cesellato e dorato, anche il fianco é mosso, mentre il piano, in questo caso in marmo broccatello di Spagna, segue l’andamento del corpo del mobile, lo spessore del piano in “palmi genovesi ” ( il sistema metrico decimale sarà adottato solo dalla metà del XIX secolo ) corrisponde a circa 2,7 cm. Lo scheletro del mobile è in legno povero lastronato con essenze lignee pregiate come il palissandro, il noce d’india, il bois de rose e il bois de violette.

Dedicato alla memoria del mio amico e collega Max Segala

Lascia un commento