
I Luxoro fecero parte della ricca borghesia genovese, l’ingegnere Pietro Luxoro fece edificare una villa nella parte più orientale della zona di Capolungo (Nervi) nel 1903, la costruzione in stile fin de siècle venne usata dai Luxoro, che erano tre fratelli, come residenza di villeggiatura estiva essendo la casa immersa in un parco prospicente al mare. In questa elegante dimora i Luxoro, appassionati collezionisti di cose genovesi e non solo, accumularono ogni sorta di interessantissimi oggetti che vanno dagli orologi antichi da tavolo, ai mobili genovesi del XVIII secolo, alle statuine presepiali con le quali venivano allestiti splendidi presepi nei giorni dell’avvento ed a tanti altri oggetti preziosi come la stupenda raccolta di acquasantine genovesi in argento sbalzato e cesellato. I tre fratelli non ebbero discendenti a parte Giuseppe che ebbe un figlio chiamato Giannettino, il quale certamente non sarebbe passato alla storia poiché, quando scoppiò la prima guerra mondiale, si arruolò nel regio esercito e, come tanti altri giovani della sua generazione, fu trucidato dalla mitraglia nemica nel corso di uno dei tanti assalti comandati ai nostri soldati per conquistare qualche centinaio di metri di territorio austriaco, ma quando nel 1946 l’ultimo discendente della famiglia morì lasciando per atto testamentario la villa con tutti il suoi preziosi arredi e collezioni al Comune di Genova, la casa museo fu intitolata proprio a Giannettino Luxoro il membro più giovane e sfortunato di questa famiglia. Il museo chiuso da molti anni é stato riaperto il primo Novembre di quest’anno, visitatelo, é un’esperienza molto interessante e poi potete terminare la giornata nella splendida passeggiata di Nervi e prendervi un aperitivo in quell’angolo di paradiso.
Nella foto un particolare della casa museo ci mostra una portantina del XVIII secolo, a Genova, data la tipologia delle strade, molto strette e anguste, di carrozze se ne vedevano poche, per i nobili era molto più pratico farsi trasportare in portantina, ciò evidenziava il loro rango mettendo in bella mostra il blasone di famiglia dipinto sullo sportello ed evitava di confondersi con i comuni cittadini, mercanti ed accattoni che pullulavano nel centro storico.