
Margherita aveva solo 17 anni quando si sposò con Enrico conte di Lussemburgo che nel 1309 ad Aquisgrana ricevette la corona di re dei romani, titolo che equivaleva a quello d’imperatore designato del Sacro Romano Impero. La coppia reale partì per l’ Italia nel 1310 con un esercito di 5.000 uomini, con lo scopo di riportare l’autorità imperiale nella penisola e dissipare le controversie e le liti tra i vari comuni e le casate guelfe e ghibelline. Durante il soggiorno genovese nel 1311 Margherita morì stroncata dalla peste che aveva contratto precedentemente quando s’era diffusa nell’accampamento dell’esercito reale sotto le mura della città di Brescia. I Genovesi la piansero perché li aveva stupiti per la sua generosità e per la pietà che aveva dimostrato nei confronti dei poveri e degli afflitti. L’imperatore addolorato per la sua morte commissionò ad uno dei più rinomati scultori del suo tempo un’arca sepolcrale a lei destinata, che doveva esser posizionata nella chiesa di San Francesco di Castelletto, Lo scultore Giovanni Pisano venne a Genova nel 1313 e intascò 80 fiorini d’oro versatogli in nome e per conto dell’imperatore Enrico e creò un monumento funebre che ai suoi contemporanei dovette sembrare una meraviglia.. Passarono i secoli durante i quali il monumento venne spostato, poi smembrato sino ad arrivare nel periodo tra il 1798 ed il 1821, quando dopo la soppressione degli ordini religiosi e la requisizione dei loro beni, i marmi trecenteschi furono venduti a privati ed a religiosi separatamente, così che del monumento si persero le tracce. Nella seconda metà del XIX secolo e più precisamente nel 1874, lo scultore Santo Varni riconobbe in un giardino della villa Brignole Sale di Voltri un gruppo statuario che doveva far parte del monumento perduto, da quel momento i ritrovamenti si sono susseguiti ma non così numerosi da poter ricomporre anche solo in maniera ideale il monumento funebre dell’ Imperatrice Margherita, tuttavia il Conservatore Paolo Persano e la sua équipe sono riusciti a ridare un’aspetto dignitoso alla povera Margherita ponendo la ” elevatio animae ” al centro dell’abside della chiesa sconsacrata di S. Agostino, adesso visitabile.
Una curiosità, andando a trovare un mio compagno di scuola, che da molti anni abita in Umbria, a casa sua, ho visto la testa d’una statua che molto probabilmente appartiene a questo gruppo statuario perduto.

Un viaggio letale per la povera Margherita.Molto bella la fotografia in apertura
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