Quando “La Tomba” diventa rappresentazione teatrale

Nel cimitero monumentale di Staglieno vi sono molti gruppi statuari nei quali é presente una porta bronzea socchiusa, il significato é evidente, segna il passaggio dal mondo materiale a quello spirituale, per esempio nella tomba della famiglia Peirano contraddistinta dal n. 9 nel settore D una porta socchiusa avente una trabeazione sulla quale é rappresentato un bassorilievo in cui é narrato un episodio del vangelo di Giovanni e precisamente quello in cui Gesù pronuncia la frase riportata sopra: ” Chi crede in me anche se morto vivrà ( in eterno )”, colonne ioniche le fanno da stipiti, mentre un angelo dalle seriche vesti ne impedisce il passaggio, di fronte a lui una donna in atteggiamento supplice sembra pregarlo di lasciarla passare, mentre un uomo vestito all’antica ed una donna recante in una mano un serto di fiori sono posti ai lati d’una scala di tre gradini, l’uomo meditabondo guarda la donna tenendo in una mano fiori, la donna che ha di fronte, ha una mano sul cuore, quasi a voler rappresentare la sua compartecipazione al dolore per la perdita imminente. Questo gruppo statuario é opera di Carlo Rubatto ( Genova 1810- 1891 ) artista che si formò frequentando L’ Accademia delle belle Arti di Genova per poi completare i suoi studi a Firenze, pur restando sempre fedele allo stile neoclassico, in epoca matura permeò le sue opere d’una vena di romanticismo, stile che nella seconda metà del XIX secolo s’era imposto prepotentemente perché più gradito alla ricca borghesia committente.

Lascia un commento