La Chiesa dei morituri

Chi visita il porto antico di Genova con le sue attrazioni ed i suoi musei, ad un certo punto si trova innanzi ad una chiesa addossata alle mura del ‘500, questo tempio eretto tra il 1163 ed il 1188 fu dedicato sin dall’ inizio a San Marco, scelta veramente singolare dato che San Marco era ed é il patrono della città di Venezia acerrima nemica dei genovesi. Al tempo dell’arcivescovo Ugone della Volta, nei pressi dello scalo del Mandraccio, un certo Nepitelli che di nome faceva Striggiaporco ( bel nome davvero), ebbe in concessione un terreno e dopo che ebbe ottenuto l’autorizzazione ecclesiastica, fece porre la prima pietra di questa chiesa, i Nepitelli, iscritti successivamente alla nobiltà con il nome di Salvago, avran pensato: ” tenimmose bòn San Marco che maniman…..”. Per molti anni, sino alla metà del XIX secolo il Molo Vecchio fu uno dei luoghi designati ad eseguire le sentenze di morte che solitamente avvenivano per impiccagione, i condannati, maschi o femmine che fossero, venivano vestiti con una cappetta rossa e con delle babbucce gialle, in modo che il popolino potesse immediatamente riconoscerli, portati in processione circondati dai ” Birri ” ed accompagnati dai membri della Confraternita della Morte il cui oratorio anticamente si trovava vicino alla chiesa di San Donato, i quali trasportavano la bara destinata ad accogliere la salma del condannato, tranne che nei casi di delitti particolarmente efferati in cui, dopo l’esecuzione della pena capitale, l’impiccato veniva lasciato sulla forca per giorni e giorni a monito per coloro che si beffavano della giustizia secolare. Prima dell’esecuzione della sentenza, il reo veniva condotto innanzi alla chiesa di San Marco, dove il sacerdote gli impartiva l’ultima benedizione. La chiesa, il 2 novembre d’ogni anno, celebrava una messa di suffragio per tutti i condannati a morte.

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