L’Inverno di Fabrizio De André

Sale la nebbia sui prati bianchi/come un cipresso nei camposanti/un campanile che non sembra vero/segna il confine tra la terra e il cielo./Ma tu che vai, ma tu rimani/vedrai la neve se ne andrà domani/rifioriranno le gioie passate/col vento caldo d’un’altra estate./ Anche a luce sembra morire/nell’ombra incerta d’un divenire/dove anche l’alba diventa sera/e i volti sembrano teschi di cera./Ma tu che vai, ma tu rimani/anche la neve morirà domani/l’amore ancora ci passerà vicino/nella stagione del biancospino./La terra stanca sotto la neve/dorme il silenzio d’un sonno greve/l’inverno raccoglie la sua fatica/di mille secoli, da un’alba antica/ma tu che stai ,perché rimani? Un’ altro inverno tornerà domani/cadrà altra neve a consolare i campi/cadrà altra neve sui camposanti.

nella foto : l’angelo custode si arrende alla morte, particolare d’una tomba monumentale del cimitero di Staglieno (Genova ) scolpita da Giuseppe Benetti ( Genova 1825-1914) nel 1878

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