Santa Maria in via Lata

A Genova, nel quartiere di Carignano c’é una salita che conduce alla piazza di Santa Maria in via Lata ove fu costruita l’omonima chiesa, per questo tempio edificato nel quarto decennio del 300 con la facciata in stile gotico a fasce alternate in marmo bianco e pietra nera di promontorio per volontà del cardinale Luca Fieschi, vale il detto: ” Se la fortuna é cieca la sfiga ci vede benissimo “, perché? ebbene ve lo racconterò in poche parole. Intorno a questa chiesa gentilizia della potente famiglia dei Fieschi sorgevano case ed un maestoso palazzo, forse il più sontuoso e bello della città, dalla sua posizione dominava tutta l’area circostante che, all’epoca in cui fu costruito, era scarsamente edificata, I Fieschi avevano amicizie altolocate sia a Genova sia Oltralpe e apertamente parteggiavano per il re di Francia, altra famiglia VIP del tempo fu quella dei Doria che invece avevano con la Spagna di Carlo V un rapporto privilegiato e che pian piano avevano oscurato la fama ed il potere dei Fieschi, fu così che Gian Luigi Fieschi, all’età di soli 24 anni, ordì una congiura nel 1546 che mirava a distruggere i Doria ed il loro potere. Naturalmente, come in tutte le congiure che si rispettano, il giorno prima Gian Luigi non mancò d’andare a trovare il vecchio Andrea Doria, che alla veneranda età di 80 anni aveva un sacco di magagne tra cui la gotta che spesso lo costringevano a stare a letto e d’ informarsi del suo stato di salute oltre che a quella di suo nipote Giannettino che Andrea aveva designato quale suo erede, mi pare di vederli, il vecchio ottuagenario seduto in poltrona e il Fieschi che gli dice: ” Comme te veddu ben e o te nevo comme o sta? ” e tanto pensava come ammazzarlo. Il giorno dopo, i seguaci dei Fieschi sfruttando l’effetto sorpresa, ebbero la meglio sui Doria, Giannettino alla Porta di San Tommaso fu ferito da un’archibugiata e poi finito con un colpo di scure, i congiurati conquistarono le porte della città e la darsena e qui subentrò la ” Sfiga” Gian Luigi Fieschi mentre conduceva i suoi armigeri all’ attacco della galea ammiraglia dei Doria , cadde da un pontile e la sua pesante armatura lo fece annegare in due metri d’acqua, morto il capo dei congiurati, le sorti della battaglia si invertirono e la vendetta di Andrea Doria fu terribile , tutti i Fieschi, tranne quelli che riuscirono a dimostrare la loro estraneità alla congiura, furono uccisi o cacciati in esilio ed i loro beni espropriati, il loro bel palazzo fu demolito sino alle fondamenta, così come tutte le case circostanti che a loro appartenevano, fu risparmiata solo la loro chiesa gentilizia dalla quale furono scalpellati tutti gli stemmi ed i fregi che inneggiavano alla grandezza dei Fieschi. Oggi, dopo esser stata chiesa, abbazia, mobilificio e magazzino, é sede della Confraternita di Sant’Antonio Abate ed anche atelier di restauro di Nino Silvestri, ma questa é tutta un’altra storia che vi racconterò in un’altra occasione.

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