Storia d’una Giustizia perduta e poi ritrovata

Nel centro storico di Genova, nascosta come una perla preziosa, é la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di piazza Pellicceria, tra i tanti capolavori esposti in questo avito palazzo, c’è una statua che rappresenta la Giustizia, sul suo petto fu scolpita una bilancia a significare l’equità del giudizio e sul cartiglio che reca in mano é scritto: ” DILEXISTI IUSTITIAM ODISTI INIQUITATEM ” il cui significato é : amasti la giustizia ed odiasti l’iniquità, frase di derivazione biblica che si dice abbia pronunciato in punto di morte il papa Gregorio VII nel 1085. Questa statua faceva parte del monumento sepolcrale commissionato dall’imperatore di Germania Enrico VII a Giovanni Pisano ( Pisa 1248 c. – 1315 c. ) in memoria della sua amata moglie Margherita di Brabante morta a Genova di peste nel 1311. Il monumento funerario terminato nel 1313 fu posto nella chiesa di san Francesco di Castelletto e da subito meta di pellegrini che venerarono Margherita come una santa. La regina fu rappresentata come un’anima festante sorretta da angeli con lo sguardo sorridente rivolto verso il Cielo ed il suo sarcofago sorretto dalle quattro virtù cardinali : la giustizia, la prudenza, la fortezza e la temperanza. Passarono gli anni e poi i secoli, alla fine del 1500 il monumento venne distrutto, non se ne conoscono le cause ed all’inizio del XIX secolo fu distrutta anche la chiesa di San Francesco di Castelletto della quale resta qualche rara testimonianza, ma dal lontano passato riemersero nel secolo scorso alcuni frammenti di questo capolavoro, i più importanti ritrovati nella villa della duchessa di Galliera a Voltri, oggi conservati nel museo della statuaria medioevale di sant’ Agostino e la statua della Giustizia ritrovata in un giardino d’una villa genovese che ha trovato dimora nella casa che appartenne agli Spinola e prima di loro ai Grimaldi ed ai Doria oggi uno dei più interessanti musei di Genova.

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