RUBENS a GENOVA

Se non l’avete ancora vista, vi raccomando di visitare la bella mostra ” Rubens Genova ” allestita al piano nobile di Palazzo Ducale, qui di seguito vi ripropongo uno scritto preso in una delle numerose stanze a lei dedicate:

Genova paradiso delle donne

“Grande é la libertà delle donne in questa città….” L’eleganza ed il lusso ostentato dalle donne genovesi colpiscono da sempre i viaggiatori che lasciano testimonianze eloquenti, tra le più celebri é quella parzialmente riportata sopra di Enea Silvio Piccolomini poi papa Pio II , che nel 1432 scrive ancora:” … sono certamente belle…da elogiare veramente perché sono nobili e di grande candore, hanno vesti costose, cariche d’argento, oro e pietre preziose, sulle dita smeraldi e diamanti che sono estratti in tutta Persia e l’India. Infatti, per qualsiasi motivo di ornamento , ogni spesa é giustificata”. Con il Cinquecento si esige via via maggior rigore in ragione dell’entrata ( di Genova ) nella sfera politica della cattolicissima Spagna. Il Governo della Repubblica promulga leggi dette “Suntuarie “, che limitano l’esibizione dei tessuti pregiati, gioielli e persino alcuni abbinamenti di colori, ma valgono solo entro le mura cittadine. Sarà per questo che le famiglie (nobili ) passavano gran parte dell’anno in villa? Si deroga anche in occasione di visite illustri, il cerimoniale prevedeva delegazioni di nobili ad accogliere gli ospiti, organizzare feste e ricevimenti, occasioni fantastiche per sfoggiare splendidi abiti e gioielli mozzafiato. Al tempo di Rubens, a inizio Seicento, il potere di queste leggi si affievolisce e l’arredamento sontuoso delle dimore trova un degno corrispettivo nella sfarzosa eleganza delle belle genovesi.

E voi vi chiederete ; ” ma come diavolo potevano lavare questi meravigliosi serici abiti trapuntati in oro ed argento senza rovinarli?” la risposta é molto semplice: ” non li lavavano! ” dopo averli indossati per il ricevimento o la festa che dir si voglia, se li toglievano e li affidavano a servi fidati, i quali, dopo averli esposti “en plein air” ( almeno lo spero ), li riponevano negli armadi, questo non vi deve stupire, anche il fatto del lavarsi nel secolo XVII° non era ritenuto una cosa così importante, quasi disdicevole se si trattava dell’igiene intima, ricordo che la regina Isabella di Castiglia si vantava di non essersi mai tolta la camicia, tanto che i pittori di corte avevano chiamato un colore della loro tavolozza : ” Giallo Isabella “.

nella foto ritratto di Violante Maria Spinola Serra dipinto da Rubens nel 1607 circa, quasi alla fine della sua permanenza in Italia esposto in mostra.

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