Il ponte dei suicidi

A Genova il Ponte di Carignano collega i colli di Sarzano e quello di Carignano scavalcando la valletta del Rio Torbido, come già vi dissi in un mio precedente post, voluto dalla famiglia Sauli per facilitare l’ingresso alla loro stupenda e costosissima basilica, fu costruito dal 1718 al 1724 su committenza di Domenico Sauli dall’architetto francese Gerard De Langlade. Alla fine del XVIII secolo, con l’arrivo dei francesi e la Serenissima Repubblica in piena decadenza, la città ed i suoi abitanti dovettero affrontare una delle pagine più buie della loro storia millenaria, il Generale André Massenà, comandante francese della piazzaforte di Genova si trovò circondato dalle truppe austro- inglesi, che per mare e per terra impedirono qualunque tipo di approvvigionamento alimentare ai genovesi, in questo periodo, finite le scorte di cibo, la fame e la disperazione dilagarono in città, dove gli storici dell’epoca ci ricordano che avvennero tremende risse per impadronirsi d’una lattuga o violenti pestaggi per un carciofo o un pomodoro, nessun animale domestico fu risparmiato, cani e gatti furono mangiati poi, finiti quelli, la gente divorò i topi ed i pipistrelli ( si ragazzi anche i genovesi come i cinesi, ma erano in stato di necessità ), quando non restò più niente, fu la volta degli insetti, anche i più repellenti, dopodiché la gente cominciò a morire d’inedia per le strade, come avveniva ai tempi della peste, fu allora che diverse persone approfittarono del Ponte di Carignano per metter fine ai loro giorni, fu coniato in quei miseri tempi il detto: ” Piggià o ponte de Caignan pe-o schaen da porta ” ( prender il ponte di Carignano come fosse lo scalino per entrare dalla porta di casa ), infine i francesi arrivarono ad accordarsi con gli anglo-austriaci e se ne andarono lasciandosi alle spalle una città che di ” Superba ” non aveva più niente.

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