A Genova, il monumento di Enea che fugge da Troia sorreggendo il padre Anchise e tenendo per mano il figlioletto Ascanio fu realizzata nel 1724 da Francesco Baratta scultore carrarese. Originariamente il barchile sottostante alla scultura, realizzato nel 1578 dall’artista Taddeo Carlone, ebbe sulla sommità una sirena che i monelli del centro storico di Genova elessero quale bersaglio preferito per le loro sassaiole rendendola mutila al punto che fu rimossa e e sostituita, dopo un certo periodo di tempo, da quella di Enea. La fuga da Troia per l’ eroe omerico deve esser sembrata una gita domenicale rispetto a quello che capitò a questo barchile Genovese, infatti la fontana monumentale, originariamente collocata in piazza Soziglia, dopo un centinaio d’ anni, venne trasportata in piazza Lavagna, dopo pochi decenni in piazza Fossatello, per arrivare infine all’ infelice attuale collocazione in piazza Bandiera, circondata da auto in sosta e motorini, insomma un vero e proprio Barchile errante, che fa tornare in mente i versi del Bacigalupo in lingua genovese nella sua “Eneide ricordi d’un reduce troiano ” … Troia a l’ea un fòu, no gh’ea da fa un belin , ho dito, mettemose in camin”