SPORCARE LE STRADE DI GENOVA NEI TEMPI ANTICHI NON CONVENIVA
A Genova, in via Tommaso Reggio c’ è il palazzo dell’ Archivio di Stato, una volta questo luogo ospitava il cosiddetto Palazzetto Criminale, vi erano celle dal nome ameno come ” Stella “, ” Reginetta “, ” Balorda ” e ” Balordetta ” in totale 32 di cui 18 segrete e 11 comuni oltre che 3 riservate al gentil sesso. C’ era anche lo ” Examinatorio” al pian terreno dove i giudici ricorrevano spesso e volentieri alla tortura per far confessare i malcapitati, non era necessario commettere crimini efferati per subire punizioni esemplari, bastava per esempio aver sporcato le vie di Genova con rifiuti o immondizie, oppure aver scritto sui portoni o sui muri delle case altrui con la vernice insulti o sconcezze , se i trasgressori venivano sorpresi dalla guardia cittadina, venivano portati al palazzetto criminale, dove, quando andava bene, li marchiavano con ferri roventi o li condannavano alla ” corda ” dove i poveracci erano legati con le mani sul dorso e sollevati a strappo da terra con pesi legati ai piedi.
Il dipinto del pittore fiammingo Cornelis De Wael ( Anversa 1592-1653 ) facente parte della serie delle sette opere di misericordia dipinte da questo maestro per il marchese Grimaldi verso il 1640, s’ intitola ” visitare i carcerati ” , De Wael, come un vero e proprio cronista del suo tempo, ci mostra con un verismo sconcertante quella che era la quotidianità al Palazzetto Criminale. Quest’ opera è custodita a Genova nel Museo Di Palazzo Bianco in Via Garibaldi.