A Genova nella Via Garibaldi già via Nuova, vi è il palazzo che Tobia Pallavicino si fece costruire tra il 1558 ed il 1561, la proprietà passò nel XVIII secolo alla famiglia Carrega committente di questa galleria che costituisce uno dei più emblematici ambienti del rococò genovese, quello che molti definiscono Barocchetto. Lorenzo De Ferrari ( Genova 1680 – 1744 ) realizzò qui la sua opera più importante ed il suo capolavoro terminandola nel 1744 poco prima della sua morte. Lorenzo, figlio del grande pittore Gregorio De Ferrari, fu allievo di suo padre e come il padre dipinse avendo ben presente la lezione del Correggio stemperata in qualche modo dall’ influsso del Maratta e dei Maratteschi che lui aveva avuto modo di conoscere nel 1734 in un suo breve soggiorno romano. La Galleria dorata, che realizzò con la probabile collaborazione del quadriturista ticinese Diego Carlone artefice degli stucchi, è interamente decorata a fresco con storie mediate dall’Eneide di Virgilio. Tipica del Barocchetto genovese è la perfetta armonia dell’ ambiente interno con gli arredi e gli altri elementi decorativi della Galleria comprese le specchiere, le poltrone ed i tavoli da muro. Di fronte agli affreschi di Lorenzo si resta attoniti, non pare possibile siano passati più di 274 anni da quando li realizzò, sono così vividi i loro colori che sembrano opere dipinte ad olio e non su intonaci pluricentenari.
I giorni 13 e 14 ottobre 2018 in occasione dei Rolli days sarà possibile visitare gratuitamente questo palazzo oggi sede della Camera di Commercio di Genova.
Lorenzo De Ferrari ( Enea uccide Turno re dei Rutuli sotto le mura della città di Laurento) particolare d’ un medaglione dipinto a fresco.