“Ragusea” la cappella segreta

S.Maria di Castello 4 particolare della sacrestia

Uno dei più antichi sestieri di Genova è quello di “Castello”, dove i Liguri e gli Etruschi si insediarono già in tempi remoti, sino a che  la città, alleata di Roma, fu distrutta dai cartaginesi capeggiati da Magone fratello di Annibale durante la seconda guerra punica.   Verso il nono/ decimo secolo d. C. la zona fu fortificata e dall’alto dominava l’ antico approdo naturale dove molti anni dopo sarebbe stato costruito il porto antico. L’esistenza d’una chiesa in loco d’ epoca longobarda si fa risalire tradizionalmente al 658 d.C. sotto il regno di re Ariperto, il tempio attuale, Santa Maria di Castello, eretto in stile romanico risalente al primo quarto del XII secolo veniva usato dai vescovi della città come cattedrale estiva. In questa chiesa, una delle più interessanti di Genova, si rispecchia appieno il carattere dei genovesi: povera all’esterno e ricca di capolavori al suo interno tanto da farne una chiesa museo, ma non di questo volevo parlarvi, ma di un luogo particolare  che pochi conoscono : la cappella Ragusea di cui scrissi un articolo diversi anni or sono. Dovete sapere che gli abitanti di Dubrovnik , città croata che si affaccia sul mar Adriatico ed anticamente era chiamata Ragusa, avevano a Genova fondaci e magazzini, una comunità di tutta evidenza importante se in una delle chiese più prestigiose della Serenissima Repubblica chiesero ed ottennero d’ avere una cappella a loro dedicata detta appunto” Ragusea”, ma è la sua collocazione ad esser veramente singolare, per accedervi occorre attraversare per tutta la sua lunghezza la navata centrale sino ad arrivare alla sacrestia,  un grande vano con le pareti  rivestite  da boiserie in legno di noce risalenti alla seconda metà del XVII secolo celanti sportelli ed armadi  con ante scolpite a punta di diamante destinate a contenere paramenti liturgici ed arredi sacri, ebbene uno di questi armadi in realtà è una porta segreta  dalla quale si accede alla cappella Ragusea e lì, circondata da altre opere d’arte, troviamo uno dei dipinti più significativi del pittore Ludovico Brea, “la pala dì Ognissanti”  firmata e datata 1513 commissionata all’artista da Teodorina Spinola  la quale, anticipando il giudizio di Dio, si fece ritrarre dal pittore insieme ad una miriade di santi, lei e tutti i suoi figli compresa sua figlia Tommasina, quella che s’era innamorata pazzamente del re Luigi XII di Francia, d’amor platonico naturalmente. Interessante notare che la predella in fondo alla pala in cui è dipinto un compianto di Cristo è inserito un inserto di paesaggio in cui si riconosce un tratto della costa ligure tra Genova ed il monte di Portofino.

paradiso del Brea_InPixio

 

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