A Genova sin dal 1200 le leghe che venivano usate dagli argentieri per la fabbricazione di oggetti sacri e profani dovevano essere uguali, il più possibile, a quelle delle monete in circolazione; tali monete, che potevano essere in oro, argento o rame,coniate nel palazzo della Zecca, dovevano avere un peso ed un titolo ( rapporto tra metallo nobile e non )prestabiliti, a questi lo stato dava un valore legale. Conseguentemente anche le verghe d’ oro e d’ argento, che provenivano dalla Zecca di Genova, avevano le stesse caratteristiche delle monete e su di esse veniva posto il marchio della città, che garantiva la purezza del metallo nobile. Questo marchio a partire dal 1200 raffigurava un castello stilizzato composto da tre torri, delle quali la centrale più alta; questa marcatura fu mediata da quella che compariva sul recto delle prime monete d’ argento coniate dalla Zecca di Genova e rappresentava simbolicamente l’ antica forma Civitatis Januae già presente sul sigillo plumbeo del Comune, come emblema della città ….
Da “Rovereto e il suo territorio” – la marchiatura degli oggetti d’ argento genovesi. di Ferruccio Burlando ed. De Ferrari
Nella foto, Paliotto in argento fuso, sbalzato, cesellato e parzialmente dorato detto ” Paliotto della Madonna ” che si può notare al centro entro una riserva sagomata a cartiglio, opera d’ un anonimo argentiere genovese dell’ inizio del XVIII secolo marchiato con ” La Torretta “, esposto nel tesoro della Cattedrale di San Lorenzo a Genova.