DUE DIPINTI NAPOLETANI IN UNA COLLEZIONE PRIVATA GENOVESE

strage degli innocenti

Onofrio Avellino ( Napoli 1674 c. – Roma 1741 ) fu fratello di Giulio Giacinto anch’ egli pittore, giovanissimo entrò a far parte della bottega del celeberrimo artista napoletano Luca Giordano detto ” Luca fa presto ” per la velocità e la bravura con cui portava a termine grandi composizioni pittoriche e lì restò sino al compimento del diciottesimo anno d’età; doveva aver acquisito una perizia eccezionale se, secondo il De Dominici ,pur così giovane, alcune sue opere vennero al tempo vendute come autografe dello stesso Giordano. Nel 1692 Onofrio passò alla scuola di Francesco Solimena ( 1657 – 1747), che influì in modo determinante sul suo stile, infatti, anche durante il soggiorno romano iniziato verso la fine del secondo decennio del 700 ed i contatti con l’ ambiente artistico locale legato ai modi del Maratta, il Nostro non abbandonò mai gli stilemi pittorici e talvolta anche gli schemi compositivi del Solimena. A Roma continuò a tenersi in contatto con l’ ambiente artistico napoletano e ciò, come già detto, è evidente nelle poche opere dell’ artista giunte sino a noi. In questa coppia di dipinti en pendant olio su tela ( cm. 86,5 x cm. 72 ) d’ una collezione privata genovese riferibili senza alcun dubbio all’ Avellino, riscontriamo lo stesso interesse per le architetture classicheggianti che tanto hanno contraddistinto le sue opere da cavalletto, quel suo contrapporre agli scorci d’azzurro intenso del cielo le dominanti bianche e ocra dei colonnati al di sotto dei quali si muove una moltitudine di personaggi. Questi due dipinti sono, a nostro avviso, databili al periodo maturo dell’ artista e più precisamente al periodo in cui fu suggestionato, seppur in minima parte, dal barocco romano del Maratta, ciò è facilmente riscontrabile paragonando queste nozze di Cana con quelle facenti parte della collezione Terruzzi esposte nella Villa Regina Margherita di Bordighera, dove la composizione, pur rispettando gli stilemi caratteristici di questo maestro, appare più simmetrica e meno articolata, una narrazione più semplice e se vogliamo meno coinvolgente nei confronti del fruitore, che ci fa pensare ad un artista non ancora al massimo delle sue potenzialità. Più vicina a questi nostri è la ” cena a casa di Simone ” che la casa d’ aste Christie’s di Roma presentò nel 2001, anche in questa iconografia possiamo notare una dinamica dell’ immagine che rende la narrazione più fluida e naturale. Singolare è poi l’ uso che Onofrio fa nei suoi dipinti dei preziosi inserti di natura morta che vengono usati come quinta teatrale assieme alle architetture; anche in questo dipinto sono evidenti i toni bruni quasi monocromi con cui questo artista contraddistingue la sua poetica.

nozze di Cana

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