Dopo l’ epidemia di peste del 1656 che aveva decimato la popolazione, per favorire la ripresa degli affari, fu favorito l’ insediamento in città degli ebrei e così nel 1660 nacque il primo ghetto genovese. Il ghetto era collocato nell’ area tra vico del Campo, vico Untoria e piazzetta dei Fregoso mentre la Sinagoga sorgeva tra vico del Campo chiamato anticamente ” Vico Degli Ebrei ” e Vico Untoria, tutta l’ area era circondata da cancelli di ferro le cui porte venivano chiuse dai Massari dall’una di notte fino all’alba, in modo da impedire rapporti d’ amicizia con i cristiani e peggio ancora commerci sessuali. In città non si ebbero mai persecuzioni vere e proprie, ma, a date scadenzate dalle autorità ecclesiastiche, gli ebrei, le ragazze erano esentate, venivano scortati da truppe mercenarie nella chiesa di San Siro o in quella delle Vigne ad ascoltare sermoni obbligatori, quando uscivano dalla chiesa, seppur scortati, erano oggetto di dileggio, urla, fischi, bersagli per frutta marcia e talvolta lordure di tutti i generi…. alla faccia della tolleranza.
fantastica storia della solita sensibilità genovese riservata ai foresti (vedi anche pisani).
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