LE CATACOMBE DEI FRATI CAPPUCCINI

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Con l’ editto di Saint Claud Napoleone Bonaparte nel 1904 stabilì che le tombe dovessero esser poste fuori delle città in pubblici cimiteri e che le lapidi dovessero essere tutte uguali in modo da osservare il principio dell’ egalité propugnato dalla rivoluzione del 1789, per i morti illustri fu creata una commissione che doveva decidere se scolpire o meno  sulla tomba un epitaffio. Le norme vennero di lì a poco applicate anche al regno d’ Italia creando molto malcontento, vi ricordate del carme ” I Sepolcri ” di Ugo Foscolo ? . A Genova l’ uso d’ aver sepoltura in chiesa era molto diffuso tra le classi abbienti che imperterrite continuarono a perpetrarlo alla faccia degli editti di Napoleone, ad esempio se andate a visitare la chiesa dei Cappuccini di Genova intitolata alla S.S. Concezione, vedrete che il pavimento è letteralmente formato da lapidi, alcune poste anche a parete come quella di Nina Giustiniani che ebbe la sventura d’ innamorarsi di Camillo Benso conte di Cavour quando già era maritata col vecchio marchese, il quale venuto a conoscenza della tresca amorosa, ritenne opportuno rinchiudere la moglie nel suo palazzo di via Garibaldi, mettendo in giro la voce che era pazza, una prigione dorata dalla quale Nina si liberò gettandosi dalla finestra dell’ avito palazzo, ma tornando alla nostra chiesa, vi troveremo un falso confessionale che cela una botola chiusa a chiave, sotto di essa è posta  una scala che porta alle catacombe di questo tempio ed alla sua cripta dove per centinaia di anni furono sepolti i confratelli che facevano parte del convento, ma anche i cittadini genovesi  e non solo che continuarono a farsi seppellire in questo luogo sacro. Cosa singolare è riscontrare su diverse lapidi l’ assenza di simboli cristiani, ma scolpiti nel marmo compassi, ali spiegate, piramidi e l’ occhio onniveggente che contraddistinguono i membri delle sette massoniche.

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