Si può sacrificare la propria vita a 23 anni per un ideale? evidentemente si se questo ideale è la “libertà”. Nel Santuario di Nostra Signora di Loreto ad Oregina ( Genova ), vi é il monumento sepolcrale di Alessandro De Stefanis nato a Savona nel 1826 e morto a Genova nel 1849. Alessandro fu uno dei tanti patrioti che trovarono la morte nella feroce repressione delle truppe piemontesi, comandate dal generale La Marmora, inviate dal re Vittorio Emanuele II per soffocare la ribellione dei Genovesi contro la decisione presa dalle potenze vincitrici di Napoleone a Vienna di regalare Genova ed i suoi territori al re di Piemonte e Sardegna. Il Nostro aveva già partecipato come volontario alla prima guerra d’ indipendenza distinguendosi per il suo valore, gli venne conferita una medaglia d’ argento proprio da quei piemontesi che poco tempo dopo l’ avrebbero ammazzato. Alessandro fu assegnato alla difesa del forte Begato posto sulle alture di Genova, durante una perlustrazione rimase coinvolto in un conflitto a fuoco col nemico e fu ferito ad una gamba, riuscì a rifugiarsi in una cascina ma venne trovato dalla soldataglia piemontese che dopo averlo preso a calci infierì su di lui con le baionette colpendolo al basso ventre per rendere più lunga la sua agonia, lo trovò esanime un compagno d’ armi che riuscì a portarlo nell’ospedale di Pammatone e poi a casa sua dove si spense dopo 28 giorni d’ agonia. Il monumento funebre, fatto erigere dal fratello, ha sulla base un’epigrafe che tra l’ altro recita:….lo rattenne in mezzo al cammino la misteriosa fortuna dell’oppressore/ ferito a Genova nei moti d’aprile/ penò 28 dì/poi lo spirito magnanimo volò alla patria dei liberi perdonando….