IL DOGE DI GENOVA UN ATIPICO “PRIGIONIERO DI STATO”

 

atrio palazzo ducale

L’ atrio di palazzo ducale di Genova costituito da due cortili circondati da loggiati, fu progettato dall’architetto Andrea Ceresola detto ” il Vannone” nel XVI secolo. Il Vannone ristrutturò l’edificio unendo diversi corpi di fabbrica d’epoche diverse e trasformandoli in un palazzo fortezza, ricordiamo che dalla parte di Piazza Matteotti esisteva un muro di cinta che chiudeva il lato orientale del palazzo oggi non più esistente. Il Doge, massima carica politica della Serenissima Repubblica, viveva nel palazzo per il periodo della sua investitura ( due anni dopo la riforma del dogato fatta da Andrea Doria ) e non poteva uscirne se non in casi eccezionali, un vero e proprio “Prigioniero di Stato”. Questo stato di cattività poteva essere interrotto solo cinque volte all’anno in date prefissate per poter presenziare a cerimonie ufficiali e per eventuali circostanze eccezionali come la malattia d’un congiunto, uscite che comunque dovevano sempre essere avallate da un decreto del Senato. Nonostante la carica prestigiosa portasse alla famiglia dell’eletto al dogato indubbi vantaggi, le spese di rappresentanza sopportate dalla stessa erano rovinose, tanto che negli ultimi tempi della Repubblica i nobili designati a partecipare all’elezione a doge cercavano di dileguarsi “all’inglese” per evitare d’essere eletti.

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