LA VILLA DELLO ZERBINO

notte allo zerbino

Al centro d’ un parco di 30.000 mq, di fronte alla cinquecentesca villa già dei Balbi e poi dei Gropallo chiamata dello “Zerbino ” perché vicina alle omonime antiche mura, vi é la grande peschiera che soprattutto di notte crea un’ atmosfera di pace e di tranquillità.

UNA FONTE BATTESIMALE TUTTA COLORE

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Nell’ antica chiesa dedicata a San Siro primo vescovo di Genova, collocata in uno dei più pittoreschi angoli del centro storico dichiarato patrimonio dell’ Umanità dall’ UNESCO, c’ é una fonte battesimale risalente al 1445, bellissimo per il contesto in cui é stata inserita, una spazio in cui il colore é protagonista assoluto

UN SAN BARTOLOMEO COLOSSALE

Claude David

All’ interno della basilica di Santa Maria Assunta di Carignano, sotto la scenografica cupola centrale vi sono quattro nicchioni ospitanti statue colossali, una di queste, scolpita in marmo bianco di Carrara, é un San Bartolomeo dello scultore Claudio David (1678 – 1721 c. ) che lo realizzo nel 1695.

PIAZZA VALORIA

piazza di Valoria

A pochi passi da San Lorenzo, c’ é Piazza Valoria con l’ omonimo vicolo che lì conduce, il nome della piazza deriva dai Valauri che erano i campanari della vicina cattedrale e che qui abitavano. La piazza nacque nel 1550 quando furono abbattuti alcuni edifici fatiscenti e da allora non ha più cambiato la sua fisionomia. Nella foto un antico palazzo affrescato.

UN PITTORE PER MONTOGGIO

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A proposito del pittore savonese Bartolomeo Guidobono, Anna Orlando scrive: “…. E’ la sua capacità d’ immergere il riguardante in un’ atmosfera di sospensione , tra l’ onirico ed il fantastico , con un racconto che degli strumenti del pittore rinnega il disegno e la prospettiva , alla ricerca di effetti di un ductus leggero e vibrante, di scorci inusuali e scaleni,di ambientazioni senza connotazioni spaziali, ma sospese nel fascinoso regno senza tempo del mito.”
Nella pala d’ altare della chiesa di San Giovanni decollato di Montoggio raffigurante la Madonna del Suffragio, San Nicola e le anime del purgatorio si evince tutto questo.

DEDICO QUESTO POST AGLI EROICI CITTADINI DI MONTOGGIO, CHE PER LA SECONDA VOLTA IN UN ANNO SONO STATI TRAVOLTI DALLE ACQUE DEI LORO TORRENTI IN PIENA.

L’ ART DU CONFISEUR

pietro romanengo fu stefano

Nel Lontano 1780, Antonio Maria Romanengo da Voltaggio giunse a Genova ed aprì un negozio di di generi coloniali e spezie, due dei suoi figli si dedicarono alla produzione di frutta candita, confetti e cioccolata alla moda francese, diventando in poco tempo famosi sia nel genovesato che fuori di esso. Il negozio di via Soziglia, nel centro storico, fu rimodernato nel 1814 e la ditta fu chiamata Pietro Romanengo fu Stefano in ricordo del padre e dopo tanti anni si chiama ancora così.

LA TOMBA DEI VARNI

S.Varni 1875

….Vola il tempo lo sai che vola e va
forse non ce ne accorgiamo
ma più ancora del tempo che non ha età
siamo noi che ce ne andiamo
e per questo ti dico amore amor
io t’ attenderò ogni sera
ma tu vieni non aspettare ancor
vieni adesso che é primavera.
( da ” Valzer per un amore” di F. De André – G. Marinuzzi )

Cimitero Monumentale di Staglieno ( Genova ), Tomba Varni scultura di Santo Varni in marmo datata 1875.

UN ORGANO MONUMENTALE

organo a canne Hermans

A Genova, nella basilica di S. Maria Assunta in Carignano, c’ é un grande organo a canne che per la sua imponenza e bellezza é tra i più importanti d’ Italia. L’ organo fu costruito dal gesuita Fratel Willem Hermans nativo delle Fiandre tra il 1657 ed il 1659, lo strumento ha una splendida cassa lignea turrita con ali a portelle dipinte da Domenico Piola, uno dei più significativi artisti della Genova barocca.

UNO SCRIGNO PER SAN GIOVANNI BATTISTA

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Nelle segrete della Cattedrale di San Lorenzo, in una splendida ambientazione, viene conservato il tesoro. Tra gli splendidi oggetti sapientemente illuminati, c’ é quest’ arca detta del Barbarossa, un reliquario romanico in argento sbalzato e parzialmente dorato arricchito da gemme del XII secolo dove furono in primis conservate le ceneri del Precursore.

UN SAN GIORGIO IN LAGGIONI

S.Maria di Castello 2 laggioni

A Genova, nella antica chiesa di Santa Maria di Castello e più precisamente nella cappella di Sant’ Antonino, si può ammirare un rivestimento parietale a laggioni che mostrano un San Giorgio che uccide il drago databile al terzo decennio del XVI secolo.
Questi ” laggioni ” erano piastrelle in ceramica maiolicata policroma di produzione ligure, pare che anche nella Via Giulia ( l’ attuale via XX Settembre ) vi fossero diverse fornaci.

LA PIAZZA DELLE VIGNE A GENOVA

piazza delle vigne

La zona delle Vigne si chiama così perché nel Medio Evo in loco era molto diffusa la coltura dell’ uva, dopo aver visitato la splendida chiesa mariana risalente al IX secolo, con la facciata rifatta in stile  neoclassico, vi troverete su di una piazza anche essa chiamata delle Vigne, dove si trovano i palazzi della nobile famiglia dei Grillo che, recentemente restaurati, hanno rivelato sotto gli intonaci fatiscenti gli affreschi cinquecenteschi che si pensava fossero andati perduti.
c’ é anche un dehors nella piazza dove si può sostare e godersi con calma uno dei più caratteristici angoli del centro storico genovese.

UNA SINGOLARE PENA DI MORTE

Santo Stefano (2)

L’ Abbazia di Santo Stefano, sorta nel XII secolo su una chiesa precedente dedicata a San Michele, ha un sagrato che si rese teatro nel giugno del 1318 d’ un assassinio perpetrato ai danni di tre soldati di parte guelfa che erano stati preposti alla protezione della ” Lanterna ” e che avevano abbandonato il posto di guardia, perché avversari di parte ghibellina avevan minacciato di farla crollare se non l’ avessero fatto. Giunti in città, furono catturati ed accusati di alto tradimento, loro, dopo esser stati a lungo torturati al cavalletto, confessarono quel che non era, quindi furono condotti sul sagrato dell’ abbazia e giustiziati in maniera spettacolare lanciandoli in aria con un trabocco ( sorta di catapulta ).

PORTA DI VACCA

porta dei Vacca

La Porta di Vacca fu costruita alla metà del XII secolo per chiudere a ponente le mura erette per far fronte all’ esercito dell’ imperatore Federico detto Barbarossa che vedeva i genovesi come fumo negli occhi, Anticamente era chiamata porta di Santa Fede, prese il nome di Vacca perché in sito vi erano case della famiglia Vachero. La porta fu usata a lungo come prigione e per le esecuzioni capitali.

UNO SCHERZO PER UN MARCHESE BUONANIMA

thiasos

Nel Museo di Sant’ Agostino in piazza Sarzano si trova un sarcofago che fu usato per la sepoltura di Francesco Spinola morto nel 1442. Il sarcofago fu donato alla potente famiglia degli Spinola dalla città di Gaeta, proprio per la sepoltura di Francesco.
Si tratta d’ una copia romana del II o III secolo d. C. mediata da un esemplare del periodo alessandrino, questo sarcofago rientra quindi nel gruppo di quelli riutilizzati come sepoltura di uomini illustri, un recupero insomma, con funzioni celebrative, e proprio qui sta il problema, la scena scolpita sul fronte del sarcofago rappresenta un THIASOS BACCHICO che, tradotto per i non addetti ai lavori, significa una processione di Sileni,menadi, ninfe e satiri tutti ubriachi fradici che accompagnano in processione il dio Bacco anche egli completamente ebbro, nel bassorilievo il dio é visibile al centro seduto su un asinello e sostenuto da un satiro che lo aiuta a restare in groppa. Credo che Francesco Spinola se lo avesse saputo non sarebbe stato molto contento.

UNA CAPPELLA PER LA MADONNA DELLE VIGNE

Ccappella s.Maria d.vigne

Nella chiesa di Santa Maria delle Vigne, in fondo alla navata destra, c’ è la splendida Cappella dedicata alla Madonna delle Vigne, al centro in alto, sopra l’ altare, é collocato un piccolo dipinto della fine del 300 raffigurante Maria con il bambino Gesù, attribuito al senese Taddeo di Bartolo, sotto la statua di Gio Battista e Tommaso Orsolino datata 1616 ed ai lati statue rappresentanti le virtù teologali dello scultore Filippo Parodi discepolo del Bernini datate 1661, la volta é affrescata da Domenico Piola.

UN ALBERGO PER I POVERI

UN ALBERGO

Risale al 1652 la costruzione dell’ Albergo dei Poveri a Genova, fu fatto per volontà del marchese Emanuele Brignole e destinato ad essere un ospitale per i poveri ed i derelitti della città. Il complesso si presenta con un lungo prospetto concluso da un imponente frontale, al centro del primo piano c’ é una chiesa dedicata all’ Immacolata Concezione ricca d’ opere d’ arte, intorno ha quattro grandi cortili. Oggi nel complesso é ospitata la facoltà di Scienze Politiche. Qui é anche la tomba del marchese Emanuele Brignole che riposa, per suo espresso desiderio, sotto una lapide senza nome.

LA MAGISTRATURA DELLE MURA

mura della marina 1

A Genova nel XVI secolo fu istituita la ” Magistratura delle Mura ” che completò la cinta difensiva della città lato mare, fu così che vennero edificate le mura della Marina in continuazione delle mura delle Grazie. Le Mura della Marina iniziano nel quartiere omonimo e proseguivano seguendo la linea costiera, ancora oggi sono in parte visibili, all’ inizio del XIX secolo il mare si frangeva contro queste mura, prima che l’ area venisse interrata, oggi, dove era mare, vi è un grande parcheggio per gli autobus turistici.

LA VOLTA DELLA GALLERIA DORATA

lorenzo de ferrari G.D.

Uno dei più bei palazzi di Via Garibaldi é quello dove attualmente ha sede la Camera di Commercio, l’ edificio apparteneva a Tobia Pallavicino e poi ai Carrega Cataldi, il piano nobile è impreziosito da un salone detto ” Galleria dorata ” che è uno degli ambienti più emblematici della ricchezza decorativa del rococò genovese nel quinto decennio del 700. I decori parietali furono realizzati a fresco dal pittore Lorenzo De Ferrari, che s’ ispirò alle storie di Enea narrate nell’ Eneide di Virgilio. Nella foto l’ affresco della volta in cui Venere, protettrice dell’ eroe troiano, intercede a suo favore davanti a Giove rè degli dei.

UN GUIDO RENI SPETTACOLARE

guido reni assunzione

A Genova, in piazza Matteotti nella chiesa dei Santi Andrea e Ambrogio, che i genovesi chiamano Chiesa del Gesù,  vi é una pala  nella navata destra che raffigura l’ assunzione della Madonna in Cielo, opera del grande pittore bolognese Guido Reni, uno dei tanti capolavori conservati in questo Tempio.

NOTTI DI GENOVA

tramonto settembre 2014

..Genova rossa, rosa ventilata
di gerani ti facevi strada
Genova di arenaria e pietra
anima naufragata.
Ti vedrò affondare in un mare nero
proprio dove va a finire l’ occidente
ti vedrò rinascere incolore
e chiederai ancora amore…..
( da ” Notti di Genova ” di Cristiano De André )

LE MADONNINE NEL CENTRO STORICO

via al ponte reale

Nel centro storico di Genova sono molto comuni le edicole poste agli angoli dei vicoli ( caruggi ) con le statue della Madonna il cui culto era molto diffuso sin dalle epoche più remote, quella della foto, collocata in via Ponte Reale, raffigura L’ Immacolata con un santo frate, fu realizzata in marmo di Carrara da un ignoto scultore del XVIII secolo.

UNA FUGA DI ENEA IN UN’ AMBIENTE ROCOCO’

sala d' oro Lorenzo  de ferrari 3

Uno dei più bei palazzi di Via Garibaldi é quello dove attualmente ha sede la Camera di Commercio di Genova, l’ edificio apparteneva a Tobia Pallavicino e poi ai Carrega Cataldi, il piano nobile è impreziosito da un salone detto ” Galleria dorata ” che è uno degli ambienti più emblematici della ricchezza decorativa del rococò genovese nel quinto decennio del 700. I decori parietali furono realizzati a fresco dal pittore Lorenzo De Ferrari, che s’ ispirò alle storie di Enea narrate nell’ Eneide di Virgilio. Nella foto l’ affresco in un ovale dove Enea fugge da Troia con suo padre Anchise sulle spalle e suo figlio Ascanio.

UNA MADONNA DEL 300 A SANT’ AGOSTINO

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Madonna con Gesù bambino opera del Maestro degli angeli della Cattedrale, attivo a Genova nel 1307 c., forse d’ origine comasca e quindi legato ai cantieri diretti dai Magistri Antelami. Questo alto rillievo in marmo bianco è custodito nel museo di Sant’ Agostino in piazza Sarzano a Genova dove nel medio evo venivano fatte gare di giostra tra cavalieri.

GANDHI VICINO ALLA CHIESA DEI CONDANNATI A MORTE

san marco al molo

Nel Porto antico di Genova, separata dalle banchine dalle mura cinquecentesche progettate da Galeazzo Alessi, vi è sin dal settimo decennio del XII secolo la chiesetta di san Marco al Molo.
Nata in stile romanico e poi trasformata in stile barocco, il tempio originariamente era di fronte al mare; il suo parroco aveva il compito di dare l’ ultima benedizione ai condannati a morte che venivano giustiziati nell’ area del Mandraccio lì vicina. Forse per questo suo triste passato, vicino alla chiesa è stata posta una statua del Mahatma Gandhi operatore della pace tra i popoli.

UN ARROTINO PER UNA CATTEDRALE

l' arrotino

Sulla facciata della cattedrale di Genova dedicata a San Lorenzo e più precisamente sull’ angolo dell’ omonima via, c’ è una scultura d’ un santo non ancora identificato dagli storici dell’ arte, il personaggio reca in mano una meridiana e i genovesi l’ hanno da sempre chiamato ” L’ arrotino “.Secondo chi scrive si tratta di una allegoria : ” Cristo signore del tempo ” , un messaggio enigmatico che ci ha trasmesso un anonimo maestro forse francese del XIV secolo.

UN PRESEPIO COME INSEGNA

bassorillievo in marmo dei Gagini 1460

Nel centro storico di Genova e più precisamente in via degli Orefici vicina a piazza Campetto, che anticamente si chiamava campus fabrorum dove i fraveghi ( argentieri ) sin dal medio evo lavoravano i metalli nobili, c’ è, sopra l’ insegna d’ un negozio, una lapide marmorea scolpita ad altorillievo che rappresenta l’ adorazione dei Magi, fu fatta nella bottega dei Gagini nel 1460.

DORMIRE IN CUCINA …. ALLE VOLTE SALVA LA VITA.

cucina ottocentesca

Nel palazzo dei marchesi Spinola in Piazza Pellicceria a Genova, ci sono, in perfetto stato di conservazione, le  antiche cucine dove si affacendavano cuochi, sguatteri e camerieri per servire i signori del palazzo ed i loro invitati. Le tavole da desco nel XVIII secolo non esistevano, venivano allestite al momento, dopo aver saputo il numero dei commensali, venivano usate tavole di legno poggiate su cavalletti, che a fine pranzo venivano smontate, da qui il detto genovese: metti toua, leva a toua ( tavola ). Pare che sino alla fine del 700 ed anche oltre, il personale di servizio di più basso livello dormisse nelle cucine….dove faceva caldo ed era più facile superare i rigori dell’ inverno.

UN PREGADIO NEI GRANDI MAGAZZINI

pregadio de mari

In Piazza Campetto a Genova c’ é il cinquecentesco palazzo De Mari oggi sede di un grande magazzino, proprio mentre erano in corso i lavori di adattamento di questa dimora patrizia a questa meno nobile mansione, fu scoperto, murato in una grande nicchia nella parete del primo piano, un pregadio del VIII secolo con la Madonna della Misericordia  ed il beato Botta. Questi pregadio erano degli altarini destinati alla devozione privata.

UN ECCE HOMO A LUME DI CANDELA

l.cambiaso

Luca Cambiaso ( Moneglia 1527 – Madrid 1585 ) olio su tela, soggetto: Cristo innanzi a Caifa, dipinto realizzato nel periodo dei chiaroscuri anticipatore della poetica del Caravaggio. Questa opera di eccezionale interesse è conservata nel museo dell’ Accademia Ligustica di belle Arti in Piazza De Ferrari a Genova.

LA MADONNA DELLA GUARDIA

madonna della Guardia in via dei conservatori del mare

Nel 1490, sul monte Figogna, posto alle spalle della città di Genova, una mattina d’ un giorno qualsiasi, ad un contadino di nome Benedetto Pareto comparve la Madonna che gli chiese di erigere in quel luogo una cappella in suo onore. Ovviamente sulle prime nessuno gli credette, ma poi accadde un miracolo ed in poco tempo la devozione popolare nei confronti della Madonna della Guardia       ( chiamata così perché in quel luogo esisteva una torre d’ avvistamento contro le scorrerie dei pirati saraceni ) si diffuse a macchia d’ olio in tutto il genovesato. In città cominciarono a proliferare edicole sulle strade e nei vicoli con l’ effigie della Madonna e del Pareto. Quella rappresentata nella foto é in via dei Conservatori del Mare nel centro storico in stile barocco  e risale alla prima metà del XVIII secolo.

UNA SALA CAPITOLARE CADUTA NELL’ OBLIO

cappella Carboni

A Genova, In un anonimo palazzo di Salita San Francesco al n.7, salendo al primo piano, si resta senza parole, dietro un portoncino si trova l’ antica sala capitolare della chiesa di San Francesco di Castelletto demolita nel XIX secolo. La sala capitolare fu trasformata nell’ Oratorio dell’ Immacolata nel VIII secolo ed é ancora lì con i suoi splendidi decori in stile barocchetto genovese.

UN CORTEO PER BALDASSARRE

figure presepiali del corteo di Baldassarre

La tradizione del Presepe è radicata a Genova quasi come a Napoli, diversamente da quelle napoletane realizzate in terracotta, le statuine presepiali venivano realizzate in legno intagliato, scolpito e dipinto in policromia, alle teste venivano messi occhi in pasta vitrea, mentre i busti e le membra venivano realizzate in stoppa e filo di ferro per poter atteggiare i personaggi in diverse posizioni, alcune sono veri e propri capolavori, tanto che si è ipotizzato potessero esser state fatte nella bottega del grande Anton Maria Maragliano ( Genova 1664 – 1741 ) famoso per la realizzazione di grandi apparati processionali e di sculture realizzate su legno, ma prove certe non ce ne sono. Quelle della foto sono conservate nel Museo dei beni culturali dei Cappuccini e fanno parte del corteo di Baldassarre, il nero dei Magi.

GENOVA PER NOI….

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Con quella faccia un pò così, quell’ espressione un pò così
che abbiamo noi prima d’ andare a Genova, che ben sicuri mai non siamo che quel posto dove andiamo non c’ inghiotte e non torniamo più. Eppur parenti siamo un pò di quella gente che c’ é lì che in fondo in fondo é come noi selvatica, ma che paura che ci fa quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai…
( da “Genova per noi” di Paolo Conte )

UNA BASILICA NATA PER DISPETTO

basilica di santa Maria Assunta di Carignano

La Basilica di Santa Maria Assunta di Carignano a Genova, fu costruita per volontà della potente famiglia dei Sauli nel 1482. Nel 1548 fu affidato l’ incarico all’ architetto umbro Galeazzo Alessi che progettò un imponente edificio a pianta centrale, realizzando nella città uno dei più emblematici esempi di architettura rinascimentale a maggior gloria e fasto della famiglia committente.
Questa fu la spiegazione ufficiale…. in realtà pare che tutto sia nato per uno sgarbo. I Sauli, per tradizione, usavano presenziare alla celebrazione della messa nella chiesa gentilizia dei Fieschi, sembra che una domenica una marchesa Sauli essendo in ritardo, abbia mandato un suo valletto ai Fieschi pregandoli di ritardare la Messa, e sembra che sdegnosamente questi abbiano congedato il valletto dicendogli : ” Se la marchesa non è comoda … che si faccia una chiesa per conto suo …. ” scatenando così un desiderio di rivincita da parte dei Sauli che si realizzò facendo costruire una basilica capace di far sorgere un complesso d’ inferiorità negli scortesi vicini.

UNA DROGHERIA D’ ALTRI TEMPI

drogheria torielli

Nel centro storico di Genova e più precisamente in via San Bernardo al n. 32 r., c’ è l’ antica drogheria Torielli ,dove da oltre cento anni vengono vendute spezie ed infusi provenienti da tutto in mondo oltre a 30 tipi di caffé torrefatto artigianalmente, qui si possono ritrovare i sapori e gli odori che credevamo dimenticati ed una gentilezza che, viste le epoche buie che stiamo vivendo, non credevamo esistesse più.

LA GALLERIA AUREA NELLA CASA DEL PRINCIPE

galleria aurea voluta da Giovanni Andrea I Doria

Nella casa reggia del principe Andrea Doria a Fassolo, fu realizzata alla fine del XVI secolo la galleria aurea dove venivano allestiti i banchetti predisposti per gli ospiti illustri, fu realizzata su desiderio di Giovanni Andrea I Doria, Le sculture lignee reggi torcera parzialmente dorate e sagomate a sirene e tritoni sono del grande scultore genovese Filippo Parodi allievo del Bernini.

AVE MARIA ZENEIZE

chiesa di san giorgio

AVE MARIA ZENEIZE

Campann-a che ti seunni in mezo a-o verde
co-a voxe secolare tanto caa,
in questa paxe l’ anima a se perde
e i tò reciocchi invitan a pregà

Ave Maria, a-o fà da seia quande in te l’ ombra s’ asconde o mà
Ave Maria cò chèu sincero e un cao pensiero pe che è lontan. Ave Maria pe chi va via co-a nostalgia do sò fogoà, e pe chi l’ è in penn-a, pe chi ha ‘na spinn-a ciantà in to cheu.
O Stella Maris, Ave Maria, avarda sempre chi l’ è pe-o-mà.

E passan oe, giorni, meixi e anni
chi nasce, cresce, invegia e scomparià…
a vitta a passa in mezo a tanti affanni,
ma sempre, a tò caa voxe ghe restià.

Traduzione per i foresti ( forestieri )

Campana che suoni in mezzo ai boschi
con la voce secolare tanto cara
in questa pace l’ anima si perde
ed i tuoi rintocchi invitano a pregare
Ave Maria al far della sera quando nell’ ombra si nasconde il mare
Ave Maria con il cuore sincero ed un caro pensiero a chi é lontano
Ave Maria per chi và via con la nostalgia del focolare
e per chi é in pena, per chi ha una spina piantata nel cuore.
O Stella Maris, Ave Maria proteggi sempre chi và per mare.
E passano ore, mesi e anni
chi nasce, cresce , invecchia e scomparirà
la vita passa in mezzo a tanti affanni
ma sempre la tua cara voce gli resterà.

UNA FONTANA PER CELARE LA VERGOGNA

fontana dei vacchero

Nell’ anno del Signore 1628 Giulio Cesare Vacchero cospirò contro la Serenissima Repubblica di Genova a favore dei Savoia, quando il tradimento fu scoperto, fu condannato a morte, i suoi figli esiliati e la sua casa distrutta. Lì dove sorgeva, in via del Campo, fu posta una colonna infame sulla quale il Vacchero ” perditissimi Homines ” viene in perpetuo ricordato. I suoi discendenti, per nascondere tanta vergogna, ottennero dal Doge il permesso di erigere davanti alla colonna una fontana monumentale, così che almeno i viandanti non l’ avrebbero vista, ed é ancora lì a mostrarci, se ce ne fosse bisogno, come il detto ” sic transit gloria mundi” é valido allora come ora.

UN AMOR SACRO ED UN AMOR PROFANO DEL RENI

amore sacro e amor profano

A Genova nella terza sala del piano nobile del palazzo dei marchesi Spinola in Piazza Pellicceria oggi Galleria Nazionale, si può ammirare questo dipinto di Guido Reni ( Bologna 1575 – 1642 ) realizzato nel periodo di piena maturità dell’ artista verso il 1622, titolo dell’ opera : ” Amore sacro ed Amor profano “, evidente in quest’ opera l’ influenza della poetica del Caravaggio.

UN PITTORE BIZANTINO A GENOVA

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Nella controfacciata della cattedrale di san Lorenzo di Genova vi é la lunetta interna del portale maggiore che rappresenta al centro Cristo contornato da angeli e nella parte superiore Gesù e la Madonna al centro con gli apostoli posti lateralmente, fu dipinta a fresco da un ignoto pittore bizantino del 300.

C’ERA UNA VOLTA LA CHIESA DI SAN LAZZARO

pietro francesco sacchi

Pietro Francesco Sacchi detto il Pavese ( Pavia 1485 – Genova 1528 ) Madonna in trono con Gesù bambino, ai lati San Lazzaro vescovo e san Lazzaro lebbroso. Questo polittico conservato nel museo Diocesano di Genova, proviene dalla chiesa  di San Lazzaro che sorgeva nell’ attuale piazza Di Negro, demolita nel 1870 per la costruzione dei Magazzini Generali.

UN CAPOLAVORO D’ OREFICERIA

arca del battista

Nel Tesoro della cattedrale di San Lorenzo é conservata la grande arca processionale di San Giovanni Battista, si tratta di un opera quattrocentesca, capolavoro d’ oreficeria tardo gotica europea, non se ne conosce l’ artefice, realizzata in argento sbalzato, parzialmente dorato e smaltato in alcune parti, modellata a forma di cattedrale, é decorata con scene prese dalla vita del Precursore.

UN CAMINETTO MONUMENTALE

caminetto della sala della caduta dei giganti

Nella Villa  del Principe D’Oria a Fassolo ( Genova ) e più precisamente nella sala dei Giganti, si trova un caminetto monumentale realizzato in pietra nera di promontorio e marmo bianco di Carrara recante al centro un medaglione con il mito di Prometeo che dona il fuoco agli uomini, fu opera di Silvio Cosini, che lo realizzò nel XVI secolo su disegno di Pietro Bonaccorsi detto Perin Del Vaga allievo di Raffaello, che Andrea Doria aveva chiamato da Roma  per decorare la sua Villa fuori delle porte della città.

C’ ERA UNA VOLTA IL FORO ROMANO

chiesa di san giorgio seconda metà del XVII sec.

Nel centro storico di Genova, dove si presume fosse il Foro romano, c’ é la chiesa di San Giorgio collocata nella piazza omonima. San Giorgio fu il primo protettore della città, il grido di guerra dei genovesi era: ” Pé Zena e pé San Zorzu “. L’ edificio sacro ha origini molto antiche, le prime notizie risalgono al 947 d.C. Restaurata nella metà del XVII secolo, la facciata assunse un andamento curvilineo ed il suo campanile fu più tardi incorporato entro una casa destinata ad uso abitativo.

GENOVA IN UNA CANZONE

notti di genova

…Genova adesso ha chiuso in un bicchiere
le voci stanche le voci straniere
Genova ha chiuso tra le gelosie
le sue ultime fantasie .
E adesso se ti penso io muoio un pò
se penso a te un pò mi arrendo
alle voci disfatte dei quartieri indolenti
alle ragazze dai lunghi fianchi
e a te che un pò mi manchi
ed é la vita intera che grida dentro
o forse il fumo di Caricamento…..

( da ” Notti di Genova ” di Cristiano De André )

LA SANTISSIMA ANNUNZIATA DEL VASTATO

chiesa della S.S. Annunziata del Vastato (2) 

A Genova, dove oggi c’ é la chiesa della S.S. Annunziata del Vastato o Guastato, era la foce di due rivi che già nel XVII secolo furono incanalati il gallerie sotterranee, il rio di Carbonara ed il rio di Vallechiara, la comunità religiosa, che si era stabilita in quest’ area sin dal terzo decennio del XII secolo, aveva bisogno dell’ acqua perché si occupava della lavorazione della lana. L’ area era stata spianata in seguito ai lavori per la costruzione delle mura dette del Barbarossa perché erette proprio per difendere la città dall’ attacco delle truppe dell’ imperatore che vedeva Genova come fumo negli occhi, forse il nome Vastato  o Guastato deriva proprio da ” guastum ” o ” Vastinium ” equivalente a demolizione, L’ attuale costruzione é secentesca ed è un vero e proprio scrigno di capolavori pittorici, tutta la scuola genovese del primo 600 vi è rappresentata.

UN MAGGIO PARTICOLARE

arazzo

Nel centro storico di Genova, distaccato dal percorso turistico tradizionale di via Garibaldi, nascosto dietro la chiesa di San Luca, c’ é uno dei più interessanti musei di Genova, La ” Galleria Nazionale ” di palazzo Spinola in Piazza Pellicceria. Qui, oltre a poter ammirare una pinacoteca d’ eccezione, vi sono anche arredi originali appartenenti ad una delle famiglie più potenti tra l’ oligarchia genovese, tra cui questo arazzo tessuto a Mortlake in Inghilterra che é una replica d’ una serie rappresentante i mesi, opera, nella parte centrale, di Stephen De May ( fine 600 – 1714 ). L’ iconografia rappresentata é il mese di maggio, facilmente riconoscibile per la scena raffigurante il rifiorire della natura e degli amori.

UN NINFEO SPETTACOLARE

ninfeo palazzo lomellino in via nuova

Lo splendido ninfeo di Palazzo Lomellini in via Garibaldi fu realizzato nella prima metà del XVIII secolo su disegno di Domenico Parodi, eclettico artista genovese figlio del grande Filippo Parodi allievo del Bernini, che dal 1702, alla morte del padre, aveva ereditato la sua bottega.

UN’ ASSUNZIONE SPLENDIDA

affresco della volta dell' oratorio di san Filippo di Giacomo Boni

Nella Via Lomellini di Genova, dichiarata dall’ UNESCO patrimonio dell’ Umanità, si può ammirare vicino alla chiesa dedicata a San Filippo Neri una cappella dedicata alla Vergine Maria che ha sul soffitto  uno sfondato che rappresenta l’ Assunzione di Maria del pittore bolognese Giacomo Boni ( Bologna 1688 – 1766 ). L’ artista lo realizzò nel 1713, uno degli esempi più belli della pittura rococò bolognese a Genova.

UNA CHIESA TRASFORMATA IN AULA MAGNA

chiesa di san Salvatore metà del XVII sec.

La chiesa di San Salvatore e di Santa Croce in Piazza Sarzano ha origini molto antiche, l’ ultimo rifacimento risale alla metà del XVII secolo. Fu sconsacrata dopo i gravi danni causati dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, nell’ ultimo decennio del secolo scorso, fu completamente restaurata all’ interno per ospitare l’ Aula Magna della facoltà di Architettura dell’ Ateneo genovese.Talvolta viene anche usata come sala da concerti.

LA LEGGENDA DEL CRISTO MORO DI CASTELLO

Cristo Moro

Nella chiesa di Santa Maria di Castello, in una cappella a lui dedicata, c’ é un Crocifisso che ebbe molta importanza per il numero di persone che sin dai tempi più remoti ottennero grazie da lui, ma questo Cristo non é l’ originale ma una copia. E’ una storia singolare quella di questa statua, si dice che sia arrivata a Genova al tempo delle crociate e quindi che fosse in Terra Santa, ma la croce sagomata a ipsilon farebbe invece pensare ad un manufatto nordico, comunque in ogni caso stiamo parlando d’ una scultura lignea della seconda metà XIII secolo. In epoca barocca la barba ed i capelli in legno intagliato gli furono piallati via dai frati e sostituiti da una parrucca di capelli veri e da una folta barba, proprio in quel periodo pare sia accaduto il miracolo per il quale una giovinetta incinta si sia rivolta a Lui, davanti a testimoni, chiedendogli se era vero che il suo innamorato avesse promesso di sposarla, ed il Cristo abbassò la testa per annuire, così il mascalzone, che mentendo rifiutava la paternità, fu costretto a sposarsi suo malgrado. Negli anni 70 del secolo scorso, durante un restauro conservativo, fu tolta la barba finta e la parrucca al Cristo, ma la gente non lo riconosceva più come la statua dei miracoli, così fu fatta una copia con barba e parrucca e messa sull’ altare, mentre il Cristo originale fu ed é ancora posto provvisoriamente in un angolino nella navata centrale, le persone gli passano vicino distrattamente e vanno spediti a pregare nella cappella del falso Crocifisso e solo a lui lasciano gli ex voto. Vogliamo rendere onore con questo post al vero Cristo Moro di Santa Maria di Castello.